Strumenti chirurgici in miniatura per la calcolosi renale e ureterale

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Paolo Puppo

foto 2L’ultima novità nella cura della calcolosi renale si chiama Microperc ed è praticata solo in tre centri in Italia, tra cui il Polo Urologico degli Istituti di Cura di Pavia e Vigevano del Gruppo Ospedaliero San Donato, diretto da Paolo Puppo (nella foto), uno dei pionieri della chirurgia mininvasiva, coadiuvato dal Francesco Germinale. La vera peculiarità di una simile tecnologia consiste nella miniaturizzazione degli strumenti chirurgici che agevola il paziente rendendo meno invasiva, ma maggiormente efficace, la pratica chirurgica. La Microperc, infatti, prevede l’utilizzo di un piccolissimo ago di circa 1mm-1.5mm, introdotto per via percutanea dal dorso, provvisto all’interno di un canale per le fibre ottiche che trasferiscono l’immagine su un monitor, un secondo canale per l’ingresso della soluzione fisiologica per dilatare le cavità renale durante l’intervento e un terzo canale per la fibra laser di 200 micron che polverizza il calcolo.
Una seconda tecnica, oggi ampiamente usata presso l’Istituto di Cura Città di Pavia e l’Istituto Clinico Beato Matteo, è la RIRS, procedura ancora meno invasiva simile alla Microperc, ma meno recente. La RIRS consente infatti di raggiungere il calcolo renale o ureterale mediante vie naturali, quali uretra e vescica, tramite uno strumento flessibile a fibre ottiche (ureterorenoscopio) di calibro molto piccolo. Anche questo strumento è dotato di canale interno per la conduzione della soluzione fisiologica e della fibra laser. Grazie a queste moderne tecniche, i tempi di recupero diventano più veloci e il paziente può lasciare l’ospedale già il giorno dopo l’intervento. fotoLa percentuale di successo è molto elevata, vicino al 100%, in una sola seduta.
La calcolosi urinaria rappresenta una delle più diffuse patologi: in Italia si stima colpisca il 15-20% della popolazione e spesso si rivela recidiva nell’arco di una vita. I calcoli urinari sono dovuti principalmente all’eccessiva concentrazione di sali nelle urine, a eccessi dietetici, alterazioni metaboliche, malformazioni renali o ancora a un insufficiente apporto idrico quotidiano. Nei casi più gravi è necessaria l’asportazione chirurgica dei calcoli dall’organismo, così da prevenire l’insorgere di coliche renali spesso accompagnate da nausea o ulteriori disturbi. Fino agli anni ’80 si ricorreva a interventi chirurgici a cielo aperto e solo successivamente vennero introdotte tecniche endoscopiche e la litotrissia extracorporea, ovvero la frammentazione del calcolo dall’esterno mediante onde d’urto generate da un apparecchio.