Il nuovo presidio sanitario di Monopoli-Fasano sarà un ospedale d’eccellenza, basato su un modello funzionale innovativo che ambisce a diventare un’opera di riferimento dal punto di vista architettonico e della sostenibilità.
Progettare da zero un ospedale è una delle attività più complesse nel settore dell’edilizia civile.
«Il progetto del nuovo ospedale di Monopoli-Fasano ha solide fondamenta – afferma il project manager ing. Andrea Luperto (STEAM) – che spaziano dall’indagine epidemiologica alla previsione della sua possibile evoluzione, con al centro una valutazione della domanda che tiene conto altresì dei flussi migratori, intesi come spostamenti temporanei connessi al turismo per restituire una struttura capace di fronteggiare l’incremento delle attività nel periodo estivo, in particolare per quanto riguarda i carichi di lavoro del Pronto soccorso.
A partire da queste analisi il dimensionamento, la disposizione dei servizi e delle attività, nonché dei locali che li accolgono, sono stati concepiti per essere realmente in grado di soddisfare “la totalità del bisogno sanitario ed assolvere le necessità di una programmazione sanitaria integrata” esplicitata dal committente nel bando di gara.
Così come progettati, spazi e servizi permetteranno al nuovo ospedale di utilizzare al meglio i diversi setting d’assistenza, evitando sprechi e inefficienze e dando un concreto contributo ad alcuni degli obiettivi generali della sanità pugliese: riduzione del tasso di ospedalizzazione e spostamento delle attività dal ricovero ordinario verso l’ospedalizzazione diurna o, meglio ancora, le cure ambulatoriali».
Con quali modalità il team di progettazione ha interagito con la committenza per la messa a punto del progetto?
«L’iter progettuale è stato molto complesso (attenta analisi delle alternative, modellazione sanitaria molto spinta già dalle fasi preliminari, variante urbanistica, valutazione ambientale strategica coordinata con la verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale, conferenze di servizi ecc.) e ha richiesto una collaborazione sinergica fra progettisti, stazione appaltante ed enti interessati dal procedimento e deputati al rilascio di pareri e autorizzazioni.
Da subito abbiamo redatto un vero e proprio cronoprogramma della progettazione, condiviso con la stazione appaltante, per definire steps e attività salienti di ogni fase della progettazione. Per ogni attività sono state individuate modalità di svolgimento e figure coinvolte, delineando le relative tempistiche d’esecuzione.
Questa programmazione ha permesso di prevedere con congruo anticipo le difficoltà tecnico-economiche e amministrative che – inevitabilmente – si possono presentare lungo il percorso di un progetto così complesso, e di individuare tempestivamente strategie e soluzioni. Attuata mediante numerosi incontri con la stazione appaltante e gli enti, mirati al conseguimento di obiettivi concreti e nel rispetto di scadenze programmate, questa attività di programmazione e di condivisione ci ha permesso di completare l’iter progettuale entro i termini fissati dalle fonti di finanziamento».
Quali sono state le principali modifiche al progetto durante la sua evoluzione?
«Non ci sono state modifiche rilevanti. Il percorso è stato sicuramente complesso, ma tutto sommato lineare nel suo sviluppo, e le variazioni hanno indirizzato il progetto verso miglioramento delle caratteristiche tecniche, architettoniche e prestazionali dell’organismo edilizio, integrato nel contesto con particolare cura della mitigazione dell’impatto ambientale dell’intervento.
Rispetto a quanto indicato nel progetto preliminare, il corpo di fabbrica è stato traslato di circa 40 m verso nord-ovest, collocandolo al centro dell’area d’intervento al duplice scopo di allontanare l’edificio dal perimetro del lotto, per evitare fattori di disturbo esterno, e di mantenere un’ampia fascia “filtro” di paesaggio agricolo, limitando l’impatto sul contesto.
Per lo stesso motivo abbiamo ridotto di circa il 20% le aree per strade e parcheggi (per esempio, i posti auto complessivi sono stati ridotti nel progetto definitivo da 972 a 763) e abbiamo incrementato la permeabilità del sito mediante una viabilità interna sostenibile, grazie a percorsi ciclopedonali e parcheggi con pavimentazioni drenanti.
L’individuazione in sede di progetto esecutivo di soluzioni di trasporto pubblico a basso impatto ambientale, da e verso il costruendo ospedale, da attuare attraverso il Mobility manager dell’ASL, hanno poi condotto all’ulteriore dei parcheggi a 743 unità. Anche le sistemazioni esterne sono state rivisitate in senso planimetrico e altimetrico, per adeguarle alle osservazioni e alle prescrizioni funzionali e ambientali, incrementando la sostenibilità».
Quali soluzioni distinguono l’organizzazione funzionale dell’ospedale?
«Abbiamo iniziato il progetto analizzando l’intera attività ospedaliera – continua l’ing. Luperto – evidenziandone i diversi processi clinico-sanitari, sanitari e non sanitari di supporto, amministrativi e di accoglienza. I processi sono stati dimensionati per rispondere all’esigenza sanitaria del futuro bacino d’utenza e quindi messi in relazione organizzativa e spaziale fra di essi.
Il risultato è stato un “Diagramma delle relazioni” condiviso con la stazione appaltante, grazie al quale i processi e i diversi livelli di relazione e funzionali – quali esigenze espresse in fase meta-progettuale – sono state trasformate in spazi e layout architettonici.
In definitiva la definizione dei processi sanitari e delle relative modalità organizzative ha determinato le scelte clinico-gestionali, mentre le relazioni tra le funzioni sono facilitate dalla contiguità / adiacenza / vicinanza tra gli spazi e dalla presenza di collegamenti semplici e lineari.
Lo sviluppo del progetto ha consentito di affinare la natura delle relazioni, anche attraverso una più profonda comprensione e conoscenza delle esigenze della committenza e il confronto con i progettisti sul tema dell’efficienza dei processi in relazione al rischio clinico connesso ai collegamenti, alla configurazione di percorsi e spazi, all’ottimizzazione clinico-gestionale, economica e spaziale dei servizi erogati.
L’ospedale è caratterizzato da una chiara distinzione dei flussi (visitatori, pazienti esterni, degenti non deambulanti, personale e logistica): questo requisito – fondamentale per l’efficiente funzionamento e per le condizioni igieniche – si scontrava con la duplice necessità di contenere al minimo le distanze – per ridurre i tempi di percorrenza specie del personale – e di facilitare l’orientamento di visitatori e pazienti esterni.
Di conseguenza i blocchi diagnostici e di cura sono stati disposti considerando in primis la vicinanza tra settori con funzioni di interdisciplinarità terapeutica, a vantaggio del personale e dell’utenza. In particolare la disposizione dei nuclei della circolazione verticale – che conducono direttamente ai diversi settori ospedalieri – renderà estremamente semplice e immediato il loro riconoscimento».
Quali sono gli aspetti architettonici e tecnici più interessanti del progetto in realizzazione?
«Il complesso è stato concepito come “un ospedale in un parco”. Uno dei principi-guida è stato il corretto proporzionamento del nuovo edificio rispetto al delicato paesaggio agrario che lo ospiterà, puntando sull’eco-sostenibilità del manufatto e cercando di farlo dialogare con le zone a verde circostanti.
L’assetto morfo-tipologico dell’ospedale è ispirato alla “porosità” – caratteristica insediativa consolidata nella tradizione costruttiva locale – degli edifici in un “ambiente mediterraneo”, re-interpretata negli elementi costitutivi del nuovo ospedale creando un continuum fra spazio pubblico esterno e interno.
Questo metodo di progettazione “in ascolto del paesaggio locale” è il tratto fondante della qualità estetica e fruitiva del nuovo edificio che, grazie alla struttura modulare, è predisposto per l’eventuale ampliamento in modo coerente con il progetto e il contesto.
Abbiamo curato in particolare la qualità e la compatibilità dei materiali costruttivi con il paesaggio, gli ingombri verticali delle strutture e la dissimulazione degli impianti tecnologici in copertura. Tecnologie sostenibili e materiali innovativi sono presenti in varie sfaccettature:
– nella complessità dell’inserimento paesaggistico dei nuovi edifici, dissimulati in scavo – ovvero rispondenti a criteri di progettazione bioclimatica (pareti ventilate, accumulo e trasformazione di energia solare ed acque piovane);
– nell’ibridazione di materiali tradizionali e contemporanei (pietra, legno e acciaio);
– nel recupero di lavorazioni artigianali e di materiali tradizionali, reinterpretati per la produzione industriale.
La progettazione impiantistica si è ispirata a solidi criteri di risparmio energetico e di elevato grado di affidabilità e manutenibilità, per garantire continuità nell’erogazione del servizio assistenziale, flessibilità, espandibilità e sicurezza.
Il sistema di telecontrollo garantisce la classificazione degli impianti e della struttura in classe B (secondo UNI EN 15232) e interessa una molteplicità di sistemi: riscaldamento, raffrescamento, ventilazione e condizionamento, acqua calda sanitaria, illuminazione, controllo delle schermature solari, centralizzazione e controllo integrato delle diverse applicazioni, diagnostica, rilevamento dei consumi e miglioramento dei parametri di automazione».
Quali soluzioni caratterizzano il progetto dal punto di vista della sostenibilità?
«La modificazione controllata del paesaggio preesistente si è basata su obiettivi prestazionali di:
– sostenibilità ambientale (impermeabilità del suolo ridotta al sedime dell’edificio, con sistemi permeabili alle precipitazioni per le pavimentazioni di parcheggi, viabilità e percorsi esterni;
– ricucitura paesaggistica (espianto e ricollocamento nell’area degli ulivi monumentali interferenti con la costruzione;
– integrazione vegetazionale (piantumazione di nuove essenze arboree, rampicanti e cespugliose autoctone);
– uso di materiali eco-compatibili e di origine locale (muretti in pietra a secco, pavimentazioni permeabili, finiture in pietra locale, ecc.).
Le soluzioni integrate costruttive e tecnologiche sono state sviluppate per ottimizzare l’efficienza energetica, in modo che il nuovo ospedale consumi complessivamente il 30% in meno rispetto a un “ospedale standard” (costruito ex-novo rispettando tutte le attuali normative in tema di risparmio energetico).
Fra le soluzioni utilizzate si distinguono:
– principi e tecniche della tradizione bioclimatica mediterranea;
– elevata inerzia termica delle strutture e alti valori di isolamento termico;
– produzione energetica ad alta efficienza con utilizzo di energie rinnovabili;
– riuso delle acque piovane per l’irrigazione;
– regolazione flessibile del funzionamento degli impianti;
Nel nuovo ospedale sarà presente un mix di tecnologie che consentirà il risparmio energetico sia dal lato domanda, sia dal lato consumi, in particolare per la copertura mediante fonti rinnovabili di:
– 55% del fabbisogno di acqua calda sanitaria, attraverso 750 m2 di collettori solari, più integrazione con pompa di calore da 300 kW;
– almeno il 50% del fabbisogno elettrico per l’illuminazione, mediante un campo fotovoltaico da 450 kWe.
Oggi – conclude Andrea Luperto – con il cantiere ben avviato e i lavori che procedono con regolarità, il nostro primo obiettivo è consegnare al più presto una struttura all’avanguardia e d’eccellenza agli abitanti a al territorio».
Spazi e funzioni: livello -1
Tutti i reparti di supporto e tecnici sono concentrati nel livello -1, con percorsi distinti (personale e tecnico-operativi) attestati sul piazzale veicolare, delimitato a nord dal polo tecnologico e articolato in:
- area per le attività logistiche (banchina di carico/scarico, ingresso merci e uscita materiali sporchi e rifiuti, isola ecologica ecc.)
- corte ipogea per la Morgue.
Assieme alle sottocentrali impiantistiche, quest’ultima è l’unico reparto situato sotto i reparti di degenza, mentre gli altri servizi generali si sviluppano al di sotto delle aree diagnostico-terapeutiche.
Procedendo da nord a sud, in prossimità del piazzale si trovano Farmacia, magazzini economali, guardaroba/lavanderia, servizi di manutenzione e pulizia, sterilizzazione e gli uffici dell’Ingegneria Clinica. Gli spazi operativi situati nella fascia centrale sono dedicati a spogliatoi del personale, magazzini e centro disinfestazione.
In corrispondenza della testata meridionale vi sono il servizio di ristorazione (cucina e mensa per personale e degenti), facilmente accessibile dalla hall principale, più i Laboratori Analisi e l’Anatomia Patologica, incolonnati con la soprastante area ambulatoriale.
Spazi e funzioni: aree diagnostico-terapeutiche
Preceduto dal piazzale veicolare, l’ingresso principale all’ospedale introduce il connettivo dedicato agli outpatients, che si sviluppa ai livelli 0 e 1 lungo il fronte esposto a levante, con attese raggiungibili direttamente dai nuclei della circolazione verticale dedicati.
Oltrepassata l’area d’accoglienza i pazienti esterni accedono all’ampia attesa per le attività ambulatoriali, concentrate nella testata meridionale che accoglie:
- al livello 0 Dialisi, Centro Prelievi e Centro Trasfusionale, oltre all’area gestione emergenze (118)
- al livello 1 il Poliambulatorio, il Day Service Oncologico e il Day Service Medico (con area per la preospedalizzazione).
In direzione opposta il connettivo distribuisce, nell’ordine
- al livello 0 Cardiologia Interventistica, Diagnostica per Immagini e Pronto Soccorso, la cui area per l’Osservazione Breve Intensiva è direttamente accessibile dal percorso per il pubblico
- al livello 1 Blocco Parto e Neonatologia, Endoscopia, Blocco Operatorio (con annessa area per chirurgia ambulatoriale) e Terapia Intensiva/Semintensiva con UTIC (queste ultime situate sopra il Pronto Soccorso).
Spazi e funzioni: degenze e uffici
L’area d’accoglienza nei pressi dell’ingresso introduce al corridoio principale del connettivo ospedaliero: costeggiata una grande corte a giardino, si giunge alla hall che distribuisce CUP, caffetteria e spazi commerciali, sala conferenze, area per il culto. Dalla hall prende origine il corridoio che conduce ai corpi destinati alle degenze, anch’esso servito dai nuclei della circolazione verticale dedicati.
Il livello 0 è dedicato alle degenze per Medicina (104 posti letto, compresi 5 dell’area intensiva di Pneumologia), Riabilitazione (15 posti letto) e Psichiatria (15 posti letto, affiancata da un giardino riservato). Al livello 1 si succedono, nell’ordine, le degenze di Ostetricia (24 posti letto), Pediatria (10), Day Surgery (10) e Chirurgia (88). I reparti sono organizzati secondo la collaudata sezione a corpo quintuplo.
Uffici direzionali e amministrativi, studi medici e altre funzioni di supporto (sale riunione, area formazione, centro elaborazione dati ecc.) sono concentrati al livello 2, in corrispondenza del corpo principale dell’ospedale, alternati dai nuclei di distribuzione verticale.
Giuseppe La Franca, architetto