Siamo abituati a pensare alla sanità come a un bene facilmente disponibile, ma ci sono aree del pianeta caratterizzate da una carenza di strutture ospedaliere e personale sanitario specializzato così forte da rendere difficile l’accesso a cure mediche tempestive e di qualità. Per questo, si parla di “deserti sanitari”. Un problema che, grazie alle tecnologie digitali, può essere oggi affrontato in maniera mirata.
Questo il contesto in cui nasce il progetto OASES, acronimo per “Organization for the Advancement and Support of Emergency Systems”, ideato da un team multidisciplinare, formato da 14 professionisti di emergenza specializzati in diversi ambiti medici. Ecco alcuni dei nomi coinvolti: Lucrezia Rovati, Michele Bombelli, Benedetta Canova, Elena Targetti, Marco Bettina, Fausto Fazzini, Daniele Privitera, Benedetta Pessina, Francesca Bonadei, Luigi De Vitis, Eugenia Alleva, Vittoria Vergani, Luisa Sarno e Francesca Mapelli.
Una piattaforma, una app e dispositivi per l’uso
Coordinatore del progetto OASES è Lucrezia Rovati, medico di medicina d’urgenza e dottoranda in Sanità Pubblica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che spiega:«Oggi circa due miliardi di persone non hanno accesso alle cure di emergenza necessarie semplicemente perché vivono in aree rurali e remote. In questi “deserti sanitari”, gli ospedali rurali rappresentano l’unico punto di riferimento per le comunità locali, ma con pochi medici specialisti e senza strumenti diagnostici avanzati, non riescono a garantire cure tempestive e di qualità».
Per affrontare la questione il team prevede di sviluppare una piattaforma digitale capace di fornire un valido supporto al personale medico e infermieristico di questi ospedali rurali, supportandolo nelle fasi di triage, diagnosi e trattamento delle emergenze, da incidenti stradali a gastroenteriti, malaria e infezioni delle vie respiratorie. Pensata per essere economica ed efficace anche in contesti con scarse infrastrutture, la piattaforma si muoverà con un’app per tablet e smartphone, intuitiva, economica ed efficace.
Alla base del sistema, vi sono gli algoritmi decisionali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La campagna di crowdfunding
Il progetto OASES è sostenuto da una campagna di crowdfunding dell’Università di Milano Bicocca nella VII edizione del programma BiUniCrowd. La piattaforma selezionata è Ideaginger.it, in quanto quella con il tasso di successo maggiore nel nostro Paese.
Al momento, il progetto ha già superato l’obiettivo iniziale di 10 mila euro. Ricordiamo che ogni 5 mila euro il team avrà modo di donare 1 computer all’ospedale di riferimento, 5 tablet dotati di app e di formare 15 operatori all’uso del sistema. Una volta sviluppata la piattaforma digitale, il sistema verrà implementato nell’Ospedale Dr. Ambrosoli Memorial Hospital di Kalongo, nell’Uganda del Nord, un centro medico con 286 posti letto.
Il progetto è però facilmente scalabile e, una volta verificata l’efficacia nel progetto pilota, potrà essere adeguato ed esteso agli ospedali affiliati al Bicocca Global Health Center situati sia in Uganda che in Tanzania.
Grazie a OASES non solo gli utenti di questi ospedali potranno essere curati al meglio, ma sarà possibile anche raccogliere tutti i dati clinici di una visita in Pronto Soccorso, ottenendo quindi materiale utile per migliorare l’assistenza sanitaria, monitorare nuovi focolai epidemici e anche incentivare la ricerca scientifica in questi luoghi.
Fonte:
https://www.unimib.it/news/oases-piattaforma-digitale-migliorare-cure-demergenza-deserti-sanitari