La principale tipologia di trattamento per i pazienti che soffrono di apnea ostruttiva del sonno (OSAS – Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è l’uso di pressione continua positiva nelle vie aeree nasali.
Se non adeguatamente trattata, l’apnea ostruttiva del sonno porta a riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue, a variazioni nella frequenza cardiaca e a un aumento della pressione arteriosa.

Uno studio multicentrico randomizzato francese ha voluto verificare se il telemonitoraggio multimodale di questi pazienti sia in grado di migliorarne l’aderenza terapeutica (Tamisier R, Treptow E, Joyeux-Faure M, et al. Impact of a multimodal telemonitoring intervention on CPAP adherence in symptomatic low-cardiovascular risk sleep apnea: a randomized controlled trial [published online ahead of print, 2020 Jul 5]. Chest. 2020;S0012-3692(20)31865-1. doi:10.1016/j.chest.2020.05.613).

Il gruppo di studio

Più nel dettaglio, il telemonitoraggio consiste in una serie di algoritmi che inducono un alert elettronico in caso di necessità di adeguamento della pressione dell’aria per effetti collaterali, perdite o eventi residui.
206 pazienti sono stati inseriti nello studio: alcuni sono stati assegnati a un telemonitoraggio multimodale di 6 mesi e altri al percorso tradizionale.
Nessuna differenza di aderenza è stata registrata tra i due gruppi; lo stesso di può dire per i sintomi, fatica, stanchezza e qualità di vita.

Lo studio, insomma, non rileva una maggiore efficacia del telemonitoraggio, il che non significa che non possa essere utile, ma – come sottolineato dagli autori – prima di avviarlo è utile che la struttura valuti con attenzione i costi per l’implementazione dello stesso.

Stefania Somaré