Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di malattia, invalidità e morte al mondo. Si stima che ogni anno questo insieme di patologie causi la morte di oltre 17 milioni di persone globalmente, pari al 32% di tutte le cause di decesso. In Italia le percentuali sono simili, con un numero di morti annue stimate in 230 mila.
L’impatto è importante anche sul sistema sanitario, dato che queste malattie sono anche la prima causa di ricovero, circa un milione l’anno nella nostra penisola. Le linee guida europee e nord americane suggeriscono di avviare programmi riabilitativi per pazienti con patologia cardiovascolare, che siano ipertesi, abbiano aterosclerosi o siano già infartuati, soffrano di angina pectoris o siano stati sottoposti a un intervento salvavita: questi sono considerati parte essenziale della prevenzione secondaria.
Tuttavia è noto che non tutti i pazienti chiamati a effettuare riabilitazione cardiovascolare seguono il percorso proposto, vuoi per difficoltà di spostamento verso gli spazi riabilitativi, vuoi per ragioni economiche.
Per andare incontro al paziente si è quindi pensato di avviare programmi di teleriabilitazione cardiovascolare che lo mettono in relazione in real time con lo specialista e, possibilmente, il fisioterapista tramite dispositivi digitali.
La questione è se questi programmi a distanza siano o meno efficaci. Gli studi presenti in letteratura mostrano infatti esiti differenti tra loro, addirittura in alcuni casi antitetici. Ecco allora che un team di ricerca brasiliano ha avviato una metanalisi sul tema.
Gli autori hanno quindi selezionato da 4 diversi database tutti gli studi controllati che valutano gli effetti della teleriabilitazione cardiovascolare sulla capacità funzionale, calcolata con il 6MWT test, la fitness cardiorespiratoria, valutata con la VO2max, e la qualità di vita dei pazienti, tutti over 50. 26 gli studi inclusi nella revisione, dei quali 21 hanno valutato la QoL, 16 la VO2max e solo 9 il 6MWT test.
I risultati provano che la teleriabilitazione incide positivamente sulla fitness cardiorespiratoria, dando esiti migliori della riabilitazione tradizionale in presenza, e sulla capacità funzionale.
Più difficile stabilire gli effetti sulla qualità di vita, per i quali i diversi studi portano a conclusioni tra loro anche molto diverse. È quindi possibile che questo ultimo aspetto vada indagato meglio.
Da parte loro, gli autori suggeriscono che questo risultato sia modificato dall’età: pare che i soggetti sopra i 65 anni vivano un miglioramento nella QoL, mentre così non è per gli under 65. Lungi dal voler sostituire tutti i programmi riabilitativi in presenza con quelli da remoto, i risultati di questa meta analisi indicano nella teleriabilitazione cardiovascolare una valida alternativa ai percorsi in presenza: da tenere in considerazione qualora i pazienti abbiano difficoltà nel partecipare alle sessioni di allenamento face to face.
(Lo studio: Nacarato D, Sardeli AV, Mariano LO, Chacon-Mikahil MPT. Cardiovascular telerehabilitation improves functional capacity, cardiorespiratory fitness and quality of life in older adults: A systematic review and meta-analysis. J Telemed Telecare. 2022 Dec 5:1357633X221137626. doi: 10.1177/1357633X221137626. Epub ahead of print. PMID: 36469017)
Stefania Somaré