Le richieste di esami specialistici sono in aumento in tutto il mondo e ovunque esista un sistema sanitario pubblico si riscontra il problema della lunghezza delle liste d’attesa.
In questo l’Italia non è quindi sola. Il nostro Paese prevede che le aziende e le strutture sanitarie pubbliche riportino informazioni a favore dei cittadini rispetto al tempo di attesa per ogni tipologia di prestazione.
Uno studio lombardo ha però evidenziato che almeno in questa Regione non tutti i siti istituzionali riportano tali indicazioni (Magnoni P, Carnevali D, Cavazzana L, Principi N, Grimoldi L, Marsilio M, Castaldi S. Waiting time for outpatient specialist care in Lombardy Region: evaluating accessibility and quality of information on websites of public health agencies and healthcare structures. Ann Ig. 2021 Jan-Feb;33(1):31-43. doi: 10.7416/ai.2021.2406. PMID: 33354694).
Gli autori hanno analizzato i siti web delle 8 ATS, dei 27 ospedali pubblici e dei 4 Irccs presenti in Regione classificandoli in base a cinque categorie: accessibilità, architettura, contenuti, interattività e utilità.

Come accennato, lo studio ha evidenziato che solo il 76,3% dei siti riporta indicazioni relative al tempo d’attesa chiare, inoltre meno della metà dei siti parla chiaramente delle conseguenze della mancata presenza a un appuntamento e solo il 10,5% chiarisce il ruolo della pratica privata nelle strutture pubbliche quando i tempi di attesa superano i limiti di legge.
Questi risultati possono essere lo sprone per migliorare ulteriormente la comunicazione verso l’utenza della Regione, in particolare in termini di trasparenza, accessibilità e qualità delle informazioni offerte.
Lo studio è stato condotto dal Dipartimento di Scienze Biomedicali per la Salute e dal Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi di Milano e dall’Unità di Qualità della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Stefania Somaré