Toscana, nasce Rete per le malattie tromboemboliche

In agosto Regione Toscana ha approvato la delibera numero 969/23 che dà vita a una nuova Rete clinica per la presa in carico e la qualità del percorso di cura dei pazienti che soffrono di malattie tromboemboliche e in terapia anticoagulante orale.

Si tratta di un passaggio reso necessario dai numeri: nel 2022 si è assistito a un aumento del 42% dei pazienti in terapia anticoagulante orale rispetto a 5 anni prima, nell’81% dei casi in terapia a lungo termine.

Di questi, inoltre, il 35% si è recato in Pronto Soccorso almeno una volta, non sempre per ragioni di reale emergenza. Occorre trovare modo di prevenire queste situazioni che ingolfano i già affaticati Pronto Soccorso.

«Oltre al miglioramento della qualità assistenziale e la sicurezza dei pazienti», commenta Simone Bezzini, assessore al Diritto alla Salute di Regione Toscana, «il progetto messo a punto servirà a garantire standard condivisi e omogeneità, innovazione e adeguamento delle risorse tecnologiche, flessibilità e valorizzazione delle competenze professionali degli operatori sanitari coinvolti». Vediamo come è strutturato.

Organizzazione della Rete

La Rete ha per destinatario finale il paziente con tromboembolismo venoso (TEV) e in Terapia Anticoagulante Orale (TAO). La Rete è organizzata su 2 livelli, riconoscendo in ogni Area Vasta: 1 nodo Hub, di livello 2, con Centro trombosi ad alta specialità formato da unità operativa specialistica dedicata, laboratorio per la diagnostica avanzata, attività di formazione; vari nodi di livello 1, Spoke, caratterizzati dalla presenza del gruppo multidisciplinare specializzato (GM-TAO) per la presa in carico dei pazienti con TEV e in TAO, spazio ambulatoriale appositamente individuato e attrezzato, ecocolordoppler e laboratorio per la diagnostica di base, che sia locale o centralizzato.

I due livelli devono poter comunicare tra loro, e con i medici di medicina generale sul territorio, tramite una rete informatizzata strutturata che utilizza lo stesso applicativo gestionale e agende CUP (Centro Unico di Prenotazione) con slot dedicati alla rete delle malattie tromboemboliche che consentano l’accesso dei MMG alla Rete e la connessione tra il livello 1 ed il livello 2 e/o protocolli definiti dalle singole aziende che prevedano sistemi dedicati appositamente realizzati per questo scopo.

La struttura così descritta vede tre centri Hub: Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze per l’Area Vasta Centro; Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana per l’Area Vasta Nord-Ovest; Azienda Ospedaliero-Universitaria Senese per l’Area Vasta Sud-Est.

I gruppi GM-TAO

La delibera prevede che ogni centro Spoke si doti di un team multidisciplinare composto da almeno 3 professionisti che gestiranno i pazienti in stretta collaborazione: un referente clinico, un referente di laboratorio, un infermiere referente con expertise nell’ambito della coagulazione e un esperto ecocolordoppler che può coincidere anche con il referente clinico. Al referente di laboratorio spetta anche individuare una rete di laboratori per le analisi.

Nel complesso, il gruppo si occupa di: stabilire le modalità di gestione dei pazienti anticoagulati nel percorso ospedaliero di riferimento e alla dimissione; definire i rapporti con i MMG percorsi per l’accesso dei pazienti; considerare l’implementazione del percorso fast-track per il tromboembolismo venoso che preveda presa in carico del paziente, ecocolordoppler venoso e prescrizione terapeutica; definire protocolli interni per la gestione delle emergenze emorragiche in accordo con i colleghi del DEA, in particolare in relazione all’uso degli antidoti idarucizumab e andexanet alfa; definire protocolli interni per la gestione delle procedure invasive e degli interventi chirurgici nei pazienti in trattamento anticoagulante al fine di garantire omogeneità.

La delibera è estremamente precisa nel definire anche le modalità di presa in carico dei casi particolari, oltre che di quelli standard, e fornisce ai nodi della Rete indicazioni per attrezzarsi adeguatamente.

Alle linee guida hanno collaborato oltre trenta professionisti delle aziende sanitarie toscane, insieme all’Agenzia Regionale di Sanità.