Tumori del sangue, scoperti i meccanismi alla base degli effetti collaterali della tecnologia CAR-T

Tumori del sangue, scoperti i meccanismi alla base degli effetti collaterali della tecnologia CAR-T
Attilio Bondanza, a capo del gruppo di ricerca

Un team di ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano (Gruppo ospedaliero San Donato) ha individuato i meccanismi che sviluppano gli effetti collaterali della tecnologia CAR-T, alla base di terapie cellulari estremamente potenti contro il tumori del sangue.
Sono i linfociti, opportunamente ingegnerizzati geneticamente, ad agire come killer del tumore individuandolo con precisione.
Purtroppo questa terapia dà effetti collaterali di un certo peso, legati al rilascio di citochine (CRS), di norma IL6, effetto che può essere controllato con un apposito farmaco.
Esiste, inoltre, la possibilità che il paziente sottoposto a questa terapia sviluppi una neurotossicità, per la quale finora non esisteva una terapia, tanto da risultare spesso mortale.

I ricercatori del San Raffaele hanno compreso che l’interleuchina coinvolta nella neurotossicità è la IL1 e hanno individuato un farmaco, già in uso per l’artrite, in grado di prevenirne i danni al sistema nervoso.
La scoperta è stata possibile grazie allo sviluppo di un nuovo modello sperimentale: si tratta di un topo “umanizzato”, ossia con un sistema immunitario simile a quello umano. Tramite il modello il team ha poi scoperto che la prima citochina a essere rilasciata in seguito alla terapia con CAR-T è proprio l’IL1, la quale poi, tramite una reazione a catena, porta alla secrezione di IL6.
Ciò significa che l’anakinra, il farmaco in questione, potrebbe prevenire entrambi gli effetti collaterali.

Attilio Bondanza sottolinea: «lo studio è importante non solo perché suggerisce un’opzione farmacologica già disponibile per i pazienti sottoposti a terapie con linfociti CAR-T, ma soprattutto perché dimostra che l’efficacia antitumorale dei linfociti con anticorpi chimerici rimane intatta».

Attualmente la terapia con CAR-T è stata approvata dalla FDA americana per la leucemia linfoblastica nel bambino e il linfoma nell’adulto. In Europa è attesa l’approvazione dell’EMA, che dovrebbe arrivare entro la fine del 2018. Lo studio è stato possibile grazie al sostegno dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – AIRC.

Stefania Somaré