Tutti d’accordo: Ema a Milano si può fare

ema-okMilano è una delle dieci città candidate a ospitare la nuova sede dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), che dovrebbe lasciare Londra a seguito dell’attivazione delle procedure per la Brexit.
Un convegno tenutosi a Milano lo scorso 17 novembre ha riunito tutti gli stakeholder del mondo del farmaco e della salute per discutere come sostenere al meglio la candidatura della città italiana. «Le chance sono molto alte, ce la dobbiamo giocare», ha commentato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che è intervenuta ai lavori. Il Governo ha già stanziato 56 milioni di euro a bilancio per la costruzione della nuova sede e supporta pianamente la candidatura della città lombarda, preferita a Roma e a Latina che pure si erano candidate. A favore di Milano ha contato molto la positiva esperienza di Expo, culmine di un periodo di rinascita della metropoli della Madonnina che ha ridisegnato interi quartieri in un ottica moderna e globale e ha portato nuova linfa anche sul piano culturale. Un’opera che non è ancora terminata, hanno sottolineato tutti gli interventi: l’area Expo ospiterà presto lo Human Technopole, il centro d’eccellenza delle scienze della vita di cui la prima pietra dovrebbe essere posata a gennaio 2017, mentre l’ex area Falck di Sesto San Giovanni è destinata a essere la futura sede della Città della Salute. Entrambi questi progetti vedono forti sinergie con l’arrivo di Ema a Milano, in quanto arricchiscono ulteriormente la già ricca offerta della città in materia di università e centri di ricerca d’eccellenza.
La Lombardia, come ha sottolineato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, è anche sede di metà delle aziende farmaceutiche italiane, un settore di punta dell’economia nazionale che può vantare trend in continua crescita anche negli anni della crisi. Proprio il valore aggiunto per l’intera economia nazionale portato dall’industria del farmaco, ha spiegato i ministro Lorenzin, è il motivo che ha fatto preferire al Governo di supportare l’arrivo dell’Agenzia del medicinali piuttosto che l’Autorità bancaria europea. Il ministro ha annunciato anche la prossima istituzione di un’apposita task force incaricata di coordinare tutti gli interventi a supporto della candidatura di Milano e di rappresentare l’Italia in sede europea. Un’azione richiesta con urgenza da Diana Bracco, che ha finora coordinato il tavolo di lavoro istituito dalla Regione Lombardia nell’immediato post Brexit che sta ultimando il ricco dossier di candidatura di Milano. Il supporto unanime e bipartisan all’obiettivo di portare Ema a Milano è stato confermato anche da Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, dall’assessore al Bilancio e Demanio del Comune Roberto Tasca e dal consigliere d’opposizione Stefano Parisi.
Le opportunità e le criticità per la città derivanti dall’ospitare una sede europea sono state illustrate da Alberto Spagnolli, senior policy advisor dell’Autorità europea per la sicurezza degli elementi (Efsa), che si è insediata a Parma nel 2005. L’operazione richiede un’attenta valutazione fin dai primi momenti, dalla scelta della sede – che deve disporre di tutte le moderne infrastrutture di supporto all’attività lavorativa – alla disponibilità di una rete di trasporti che faciliti l’afflusso delle persone che lavorano o interagiscono con l’agenzia. Per dare un’idea, lo scorso anno la sede Ema di Londra è stata frequentata da circa 56 mila persone, per un giro d’affari di 25 milioni di euro. La presenza sia di Ema che di Efsa in Italia potrebbe faciltare la sinergia d’azione tra le due agenzie, in una sorta di “FDA europea”, soprattutto su temi quali la resistenza agli antibiotici, i residui di farmaci animali negli alimenti umani o la salute e il benessere animale.

Giuliana Miglierini