Un programma di ricerca dedicato al paziente fragile

La Fondazione Salvatore Maugeri ha presentato il suo programma di attività per i prossimi anni. La ricerca clinica, le attività di studio e analisi sul territorio saranno incentrate sulla migliore definizione e presa in carico del paziente fragile.

Nella definizione di fragilità anche il mondo della Medicina Generale sviluppa perlopiù il concetto clinico di multimorbidità e instabilità clinica.
Per questo nel mondo sanitario aumenta costantemente l’interesse verso la componente anziana e fragile della popolazione.
Se pensiamo che tra circa 25 anni una persona su tre avrà più di 65 anni (gli over 65 sono il 22,3% della popolazione e arriveranno al 33,5% nel 2045), in futuro il sistema dovrà farsi carico di questa fascia molto grande di popolazione.
Pertanto, la sfida attuale è rappresentata dalla gestione efficace ed efficiente dei pazienti fragili. Sfida assai complessa per il SSN, destinata a crescere nel futuro come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione.

Gualtiero Brugger

«Fondazione Salvatore Maugeri desidera diventare il principale riferimento culturale nello studio e nello sviluppo di attività di prevenzione primaria e secondaria a supporto del paziente fragile», ha dichiarato il prof. Gualtiero Brugger, presidente Fondazione Salvatore Maugeri. «In continuità con i valori del passato, da sempre legati alla dedizione verso i pazienti meno autosufficienti, con particolari difficoltà nell’affrontare il progressivo deterioramento del proprio stato di salute, desideriamo promuovere l’evoluzione dei modelli sanitari per la presa in carico del paziente fragile».

La popolazione fragile seppur non ancora ben definita è comunque in crescita. Sono stati fatti diversi tentativi che vanno nella direzione di una risposta volta a comprendere la numerosità dei pazienti fragili. In uno studio condotto da Rockwood et al. nel 2004 su una popolazione canadese, è stato evidenziato che con il crescere dell’età la fragilità aumenta, passando dal 7% in pazienti in fascia d’età 65-74 anni al 36,6% in pazienti con più di 85 anni. In Italia, una ricerca del 2018, svolta da un gruppo di medici di medicina generale della Regione Veneto stima che più del 20% dei pazienti anziani è considerato fragile.

«Proprio per arrivare a una definizione universale e condivisa di paziente fragile, Fondazione Salvatore Maugeri prenderà parte attiva al dibattito internazionale scientifico dove già si discutono diverse definizioni», spiega il prof. Antonio Spanevello, direttore dei Programmi Scientifici di Fondazione Salvatore Maugeri, «e pertanto Fondazione Salvatore Maugeri intende contribuire attivamente a una migliore profilazione del paziente fragile grazie alla sua esperienza molto forte sul campo».

La Fondazione Salvatore Maugeri promuoverà nei prossimi anni in particolare cinque linee di ricerca.
L’attività di ricerca è rappresentata in maniera importante dalla ricerca di base a ricaduta
traslazionale, nel dettaglio:
Medicina riabilitativa neuromotoria: studi di misurazione dell’outcome in tutte le
principali patologie neuromotorie che conducono allo stato di fragilità, quali ictus,
mielolesioni, Parkinson, SLA.
Cardioangiologia riabilitativa: in particolare il filone di studio dei determinanti di
malattia, dell’interazione tra terapie farmacologiche e riabilitative, dell’identificazione di
biomarcatori predittori di prognosi in pazienti affetti da scompenso, ischemia e aritmie.
Pneumologia riabilitativa: sperimentazione di nuovi modelli riabilitativi centrati sulle
cure territoriali e domiciliari. La patogenesi infiammatoria ed immunologica di alcune
malattie respiratorie può spiegare l’evoluzione verso lo stato di fragilità.
Le altre due linee di ricerca, Medicina clinico-specialistica e la Medicina del lavoro e rischi da
esposizione in ambiente lavorativo, sono una prosecuzione del filone di ricerca del fondatore Salvatore Maugeri.

Guardando ancora oltre, verso l’ambizione di divenire promotori della cultura del paziente fragile, la Fondazione propone delle azioni concrete sul territorio e lavori di ricerca organizzativa che affianchino la linea di ricerca scientifica, volti a riconoscere la condizione di fragilità come aggravante delle patologie croniche e definirne i modelli di prevenzione e presa in carico più appropriati.