Utilità del biomarcatore pro-adrenomedullina medio-regionale (MR-proADM) nell’identificazione dei casi più gravi di sepsi 

Le evidenze di uno studio retrospettivo europeo indicano che la mancata diminuzione o l’aumento della MR-proADM lascia presagire un incremento della mortalità, fino del 50%, a seguito del danno d’organo correlato alla sepsi e suggerisce la possibilità di definire criteri di dimissione in sicurezza o di ricovero in ambiente critico.

La sepsi può portare allo shock settico, condizione gravata da elevata mortalità, e può assumere carattere iperinfiammatorio, come nel caso delle infezioni comunitarie, oppure essere sostenuta dall’immunosoppressione che caratterizza tipicamente i pazienti lungodegenti.

In entrambi i contesti la pro-adrenomedullina medio-regionale (MR-proADM) può rivelarsi di notevole utilità

Di cosa si tratta

L’adrenomedullina (ADM) è un biomarcatore di danno d’organo e assume un importante significato prognostico in quanto permette di identificare le condizioni in cui un paziente infetto può andare incontro ad aggravamento. 

La MRproADM è una molecola presente in quantità equivalente all’ADM, che tuttavia non è misurabile a causa della breve durata, pari a circa 20 secondi: il dosaggio della MR-proADM consente pertanto di conoscere il livello di ADM circolante e l’entità del danno d’organo associato. 

In questa breve video pillola abbiamo raccolto l’autorevole punto di vista del prof. Carlo Tascini, direttore della Clinica malattie Infettive ASUFC dell’Università di Udine.

Interpretazione del dosaggio 

Il livello considerato normale è 0,9 nmol/L. La MR-proADM è stata studiata principalmente nei pazienti settici, nello stesso setting di studio della procalcitonina, biomarcatore di infezione batterica tessutale: a un calo della procalcitonina corrisponde notoriamente una riduzione della mortalità.

La mancata diminuzione consensuale – o l’aumento –  della MR-proADM, tuttavia, lascia presagire un incremento della mortalità, fino del 50%, a seguito del danno d’organo correlato alla sepsi anche in assenza di isolamento di un patogeno. 

Utilità pratica in Pronto Soccorso

Come già accennato, la MR-proADM è un marker di sepsi: valori inferiori a 0,9 nmol/L in un paziente infetto ne consentono la dimissione in sicurezza, oltre 1,5 nmol/L impongono il ricovero e oltre i 2,5 richiedono la terapia intensiva. In caso di valori compresi tra 0,9 e 1,5 nmol/L può essere opportuno tenere il paziente in osservazione.

Uno studio su pazienti con polmonite di comunità ha dimostrato che la MR-pro-ADM è molto più sensibile di altri marker nell’identificazione dei soggetti più gravi ed è il miglior biomarcatore predittivo di mortalità a 30 giorni e a 6 mesi.

Va altresì sottolineato che in Pronto Soccorso la sua utilità può rivelarsi superiore a quella di score clinici come il NEWS: si è infatti registrato un indice elevato di riammissione in ospedale in pazienti dimessi incongruamente con MR-proADM elevata e NEWS basso.

Come dimostrato invece da uno studio randomizzato controllato spagnolo, un valore di MR-pro-ADM alla dimissione inferiore a 0,9 nmol/L si associa a una riduzione del 20% di nuovo ricovero, con un risparmio conseguente di posti letto. 

Le evidenze di uno studio retrospettivo europeo

Sulla base dell’opportunità di impiego per stratificare i pazienti più gravi con Covid-19 è stato intrapreso uno studio retrospettivo europeo su oltre 1.400 pazienti dal quale è emerso che, sulla base di età e livello di MR-proADM e proteina C reattiva (PCR), è possibile differenziare i pazienti da dimettere in sicurezza da quelli più gravi.

Da qui la realizzazione di materiali informativi, destinati ai pronto soccorso ospedalieri, per definire criteri di dimissione in sicurezza o di ricovero in ambiente critico.

In conclusione, nel paziente affetto sia da Covid sia da altre infezioni, la MR-proADM consente di stabilire la gravità, può fungere da segnale di allarme ed è vantaggiosa, profilandosi quale valido biomarcatore di danno d’organo predittivo di aggravamento clinico e mortalità.

Restano ancora da stabilire con miglior definizione i valori di cutoff e l’impatto delle comorbilità sulla MR-proADM.

L’autore: prof. Carlo Tascini, direttore della Clinica malattie Infettive ASUFC dell’Università di Udine

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