Negli ultimi due anni si è spesso parlato, anche sui media nazionali, di vaccini, obbligo vaccinale, e copertura. Per capire quali sono state, a oggi, le ricadute della Legge di conversione 119/2017 del DL 17/2017, meglio noto come Decreto Lorenzin, la Fondazione GIMBE ha condotto uno studio indipendente con due obiettivi. Il primo consisteva nel valutare le coperture vaccinali raggiunte dalle Regioni al 30 giugno 2018 nella coorte 2015, rispetto ai target definiti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019;. Il secondo prevedeva di stimare le variazioni delle coperture dopo l’entrata in vigore del DL 73/2017.
Ecco i risultati di questo studio, che ha valutato la coorte 2015 a 24+6 mesi:
- la copertura nazionale per l’esavalente è ≥ 95%
- la copertura nazionale per la trivalente è di poco inferiore al 95%
- la copertura nazionale per il vaccino contro la varicella è decisamente sotto il 60%
Se dal livello nazionale scendiamo a quello regionale, tuttavia, si delinea come di consueto un quadro frastagliato ed eterogeneo: si va dal raggiungimento del target massimo per tutte le vaccinazioni, come in Toscana, a casi in cui nessuna vaccinazione arriva al target massimo, come nelle Marche, fino alla Provincia autonoma di Bolzano dove nessuna copertura raggiunge il target minimo. In mezzo a questi estremi si trova di tutto: Piemonte, Emilia Romagna, Umbria e Lazio superano il 95% per esavalente e trivalente ma non arrivano alla soglia minima per l’anti-varicella; Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna presentano ottime cifre per l’esavalente, stanno al di sotto sotto della soglia massima per la trivalente e hanno una copertura superiore alla media 2018 per l’anti-varicella. Infine, la Provincia di Trento e il Veneto non raggiungono le coperture massime per tutti i vaccini dell’esavalente e del trivalente.
Questi risultati dimostrano che anche se a livello nazionale sembra che le coperture siano decisamente migliorate, se scendiamo nel dettaglio delle singole regioni si osserva che ci sono zone del Paese in cui molto va ancora fatto, sia per le vaccinazioni obbligatorie che per quelle facoltative (anti-meningococco B, anti-meningococco C, anti-pneumococco, anti-rotavirus).
Il confronto tra le coperture nella coorte 2014, precedente la Legge, e quella 2015, mostrano inoltre che l’introduzione della obbligatorietà ha determinato un incremento delle coperture sia per i 10 vaccini obbligatori, sia per alcuni di quelli consigliati, in particolare anti-meningococco B e C e, in misura inferiore, anti-pneumococco.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, ha così commentato i dati: «un eventuale confronto politico sulla rimodulazione dell’obbligo vaccinale dovrebbe essere avviato solo in presenza di consistenti evidenze che dimostrino l’inefficacia del DL 73/2017 nell’aumentare le coperture vaccinali, oppure quando tutte le Regioni raggiungeranno e manterranno stabili nel tempo target ottimali di copertura. Considerato che i risultati del nostro report vanno in direzione completamente opposta, per la tutela della salute pubblica la Fondazione GIMBE ritiene al momento al momento inopportuno discutere della rimodulazione dell’obbligo vaccinale per tre ragioni: la pubblicazione del DL 73/2017 è associata ad un netto incremento delle coperture vaccinali; numerose Regioni devono ancora raggiungere i target del PNPV 2017-2019 e alcune rimangono ben lontane; non sono ancora disponibili evidenze sul mantenimento delle coperture massime, ove raggiunte».
Stefania Somaré