L’Ospedale Niguarda di Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha avviato uno studio clinico su 2.497 suoi operatori che hanno ricevuto il vaccino anti Covid-19 Comirnaty di Pfizer per monitorarne la copertura a lungo termine con prelievi di sangue a 3, 6 e 12 mesi.

L’obiettivo dello studio clinico RENAISSANCE (REsponse to BNT162b2 Covid-19 vaccIne: short And long term immune reSponSe evAluatioN in healthCare workers) è verificare la risposta immunitaria del personale ospedaliero che tra gennaio e febbraio ha ricevuto le dosi del vaccino all’Ospedale Niguarda.

A 14 giorni dalla seconda somministrazione del vaccino registra nel 62,6% dei casi livelli molto elevati di anticorpi.

Grazie a un test di laboratorio di ultima generazione sono stati ricercati e dosati gli anticorpi IgG diretti contro il recettore RBD della proteina Spike, ovvero quella classe di anticorpi neutralizzanti Covid-19 che difendono le cellule dal virus Sars-Cov-2.

La risposta anticorpale riscontrata è stata molto alta: il 98,4% del totale dei vaccinati presi in esame ha sviluppato gli anticorpi attesi, mostrando titoli elevatissimi, nella maggior parte dei casi persino oltre i limiti misurabili dalle apparecchiature utilizzate.

Nel dettaglio i dati ottenuti sono così stratificati: il 62,6% del campione ha avuto una risposta superiore a 2.000 BAU (Binding Antibody Unit)/ml, il 21,6% tra 1.500 e 2.000 BAU/ml, l’11,4% presenta un titolo tra 1.000 e 1.500 BAU/ml e il 4,3% inferiore a 1.000 BAU/ml.

«Sono risultati estremamente positivi e incoraggianti», ha riferito Francesco Scaglione, direttore del Laboratorio di Analisi Chimiche e Microbiologia del Niguarda, «anche al di sopra delle aspettative. Su 2.497 vaccinati sono stati individuati solo 4 soggetti non responder.
Nello specifico si tratta di persone immunodepresse, con un trascorso di trapianti o patologie che implicano uso di farmaci che inibiscono la naturale risposta immunitaria dell’organismo.
I risultati dello studio ci stimolano ancora di più a proseguire nell’impegno messo in atto per completare il protocollo vaccinale e a continuare con il monitoraggio sierologico della risposta anticorpale».

A risultati acquisiti sarà infine possibile valutare anche il potere neutralizzante degli anticorpi per determinare quale possa essere la soglia minima per considerare davvero efficace la protezione contro l’infezione da Sars-Cov-2.