Uno studio tedesco recentemente apparso sulla rivista ESC Heart Failure, dal titolo “Prolonged mechanical ventilation after left ventricular assist device implantation: risk factors and clinical implications” ha cercato di identificare i fattori predittivi e le implicazioni cliniche di una ventilazione meccanica prolungata (PMV) in pazienti che sono stati impiantati con un LVAD.
Secondo quanto emerge dalla letteratura, i pazienti cardiovascolari che non riescono a essere ben svezzati da questa ventilazione sono quelli che più frequentemente incorrono in morbilità e morte.
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi ai pazienti ricoverati nel Dipartimento di Medicina Cardiologica e Vascolare del il West German Heart and Vascular Center dell’ospedale universitario di Hospital Essen, tra il dicembre del 2010 e il settembre del 2017.
I pazienti che sono rientrati nello studio (per un totale di 139 soggetti) sono stati ventilati in modo continuo dopo l’impianto. Per definizione, la ventilazione meccanica viene considerata prolungata (PMV) se supera i 7 giorni dopo l’intervento. La durata media della ventilazione meccanica in questa coorte di pazienti è stata di 94 ore e solo il 43% ha necessitato di PMV. In particolare, questi pazienti partivano da condizioni di salute peggiori di quelli che sono stati estubati entro i 7 giorni.
Il gruppo presenta inoltre altre caratteristiche comuni:
- pressione capillare polmonare maggiore (25 vs. 21 mmHg, P = 0.04);
- capacità di filtrazione glomerulare estimata più bassa (53 vs. 60 mL/min/1.73 m2, P = 0.02);
- livelli di emoglobina inferiori (10.6 vs. 11.6 g/dL, P = 0.02);
- numero di piastrine inferiore (189 vs. 240/nL, P = 0.02);
- hanno più spesso subito una precedente sternotomia (32 vs. 13%, P = 0.006);
- hanno avuto più spesso bisogno di un supporto cardiocircolatorio nel pre-intervento (30 vs. 11.4%, P = 0.006); erano sottoposti a dialisi (31.7 vs. 10.1%, P = 0.001);
- hanno necessitato di ventilazione invasiva (35 vs. 7.6%, P < 0.001).
Questi fattori sono stati sottoposti a studio e i ricercatori hanno individuato che la capacità di filtrazione glomerulare, il conto delle piastrine e la precedente sternotomia sono predittori indipendenti di PMV.
Allo stesso tempo, è stato osservato che i pazienti sottoposti a PMV stanno più a lungo in Terapia Intensiva (24 vs. 4 days, P < 0.001) e, più in generale, in ospedale (47 vs. 32 days, P = 0.003).
Certamente la PMV è predittiva di una percentuale di morte a 180 giorni dall’intervento decisamente maggiore: 62% contro 10% nei pazienti che vengono estubati prima.
Stefania Somaré