La prima ondata della pandemia da Covid-19 ha costituito per la maggioranza degli ospedali italiani uno stress test inatteso e non pianificato. Ora è possibile fare un primo bilancio di efficienze e carenze mostrate dal SSN di fronte alla pandemia, con ciò evidenziando anche i molteplici elementi di debolezza e inefficienza che richiedono un intervento urgente e programmato.
Le importanti risorse promesse in questi mesi al SSN ci offrono finalmente l’occasione di aggiungere valore al nostro sistema sanitario in termini di qualità delle cure e sicurezza.
Per ottenere questo risultato sarà indispensabile impiegare queste risorse in maniera intelligente e responsabile.
L’efficientamento energetico in sanità
Le criticità emerse indicano la necessità di nuove articolazioni della struttura ospedaliera. Per chi si occupa di energia, l’efficientamento energetico delle strutture sanitarie e ospedaliere rappresenta un elemento cruciale.
Il cambiamento climatico è la grande sfida per il futuro.
Che cosa fare concretamente per combattere il climate change?
Ci sono molti piccoli interventi che, sommati, possono fare la differenza. E anche chi si occupa di salute ha il dovere e la responsabilità di fare in modo che le attività svolte all’interno delle strutture di cura abbiano un basso impatto ambientale, favoriscano l’utilizzo di nuove fonti energetiche e siano orientate a un complessivo risparmio energetico per rispondere alla necessità primaria e cruciale di essere efficienti.
«L’obiettivo che abbiamo di fronte è trasformare gli ospedali in strutture intelligenti che possano funzionare grazie a un’efficienza gestionale e a modalità capaci di renderle più flessibili, agili ed efficienti grazie a dotazioni che consentano di rispondere in modo elastico a tutte le esigenze sanitarie, anche quelle occasionali e temporanee», ha sostenuto Andrea Vannucci, dell’Agenzia regionale di Sanità della Toscana nell’introdurre il primo workshop, più tecnico, su “La gestione intelligente dell’energia” coordinato dall’ing. Stefano Maestrelli, energy manager Azienda USL Toscana Nord Ovest nella sessione “Le Regioni, il Decreto Rilancio e il Nuovo Sistema Sociosanitario: come possono cambiare gli ospedali”, all’interno del 5° Forum Sistema Salute del 1° e 2 ottobre scorso, quest’anno svoltosi interamente online.
«L’impatto del Covid sugli ospedali è stato pesantissimo, anche e soprattutto con riguardo alla struttura ospedale che ha mostrato in questa cruciale occasione una scarsa flessibilità. Di fronte a questa situazione è fondamentale puntare su tre direttrici, convergenti e concomitanti: integrare e ampliare le dotazioni – elettriche, informatiche, dei gas medicinali – nelle diverse aree dell’ospedale, anche con un certo grado di ridondanza, per renderle pronte ad essere utilizzate in caso di situazioni straordinarie; migliorare la dotazione impiantistica per garantire regolazione e controllo delle condizioni termo igrometriche, dei ricambi d’aria e delle eventualmente necessarie sovrapressioni degli ambienti; rivedere l’uso degli spazi connettivi e delle relazioni tra le diverse aree funzionali», ha esordito Maestrelli.
Per far questo è necessario intervenire, ha quindi proseguito, ben oltre l’efficientamento energetico, con una profonda e concreta riqualificazione delle strutture sanitarie esistenti – dalla riqualificazione dei percorsi alla flessibilità delle strutture a proposte che vadano nella direzione di un miglioramento della qualità dell’aria delle stanze di degenza – che possa essere attuata in costanza di servizio, ammodernando gli ospedali e rendendoli capaci sia di rispondere adeguatamente al costante cambiamento delle modalità e degli strumenti con cui si attuano le cure, sia alle emergenze sanitarie ed ambientali che sempre più spesso ricorrono.
Questi interventi, per le loro dimensioni, per la necessità di tempestività e la molteplicità di condizioni di partenza, richiedono una partnership pubblico-privato che consenta di avvalersi di nuove piattaforme informatiche insieme ad approcci integrati di Building Management System: insomma, una progettazione innovativa dei futuri ospedali che trovi le migliori sinergie tra tecnologie costruttive e processi sanitari.
Sarà indispensabile, inoltre, avere sotto controllo non solo gli aspetti tecnici dell’edificio – quali: la vulnerabilità sismica, l’efficienza energetica, il funzionamento degli impianti elettrici e termici, l’erogazione di gas e medicinali ecc. – ma anche intervenire sul conforto del paziente e degli operatori – tenendo sotto controllo la temperatura e l’umidità, la termoregolazione e l’illuminazione adeguata alle condizioni sanitarie – e integrare tutto ciò con le modalità d’uso della struttura (percorsi clinici e relativa coerenza dei locali, caratteristiche del personale sanitario, flessibilità dei parametri dei singoli ambienti).
«Occorre intervenire sulla differenziazione dei percorsi di collegamento tra le aree funzionali dell’ospedale così come sulla dotazione di una ampliata struttura degli impianti, che consenta la flessibilità d’uso del presidio e dei suoi reparti di degenza volta al superamento dell’impiantistica tradizionale, senza ricambi d’aria, per le degenze.
Delle strutture così organizzate dovranno potersi quindi avvalere di spine dorsali informatiche: un sistema e una rete di sensori collegati con una control room centralizzata e procedure aperte e flessibili, che consentano l’integrazione con nuovi eventuali sistemi informatici sanitari e rendano disponibili dati per analizzare in modo integrato le condizioni dei pazienti, dei loro percorsi sanitari insieme a quelle delle struttura e degli impianti per ottenere i migliori risultati possibili sia sul piano della cura dei pazienti che della gestione della struttura ospedaliera».
Gli Energy Performance Contract
Al di là delle decisioni di accedere a finanziamenti straordinari, occorre ricordare – ha ribadito Maestrelli – come la base economica di questo insieme d’interventi vada sempre ricercata nel recupero di risorse dovute all’efficientamento energetico delle strutture, cioè nel meccanismo economico finanziario dell’Energy Performance Contract – EPC, ovvero dei Contratti di rendimento energetico. Nel decreto legislativo 115/2008 gli EPC vengono così definiti: «accordo contrattuale tra il beneficiario e il fornitore riguardante una misura di miglioramento dell’efficienza energetica, in cui i pagamenti a fronte degli investimenti in siffatta misura sono effettuati in funzione del livello di miglioramento dell’efficienza energetica stabilito contrattualmente».
Appare quindi evidente la centralità della qualità di progettazione dell’intervento di riqualificazione.
Sono state presentate le esperienze della USL Toscana Nord Ovest, che ha appena concluso due procedure di gara di EPC per i suoi 21 edifici principali, di cui 11 ospedali e 10 edifici sanitari territoriali, e un contratto di rendimento energetico dell’azienda ospedaliera di Siena, di un solo edificio, attraverso una proposta progettuale presentata da un’impresa privata.
«Occorre ricordare», ha sottolineato Maestrelli, «che siamo in un sistema a triplice valore, in cui la dinamica economica deve essere integrata con quella sociale e quella ambientale».
Il confronto con alcuni stakeholder
Chiara Serpieri, direttore generale ASL Vercelli, coordinatore regionale FIASO, ha sostenuto che è necessario ragionare in modo “semplicizzabile”. Ci siamo trovati di fronte a un evento inatteso.
Come FIASO stiamo riflettendo sull’importanza dell’apprendimento attraverso l’esperienza, scambiandoci informazioni, buone pratiche e cercando di imparare dagli errori. L’innovazione strutturale e tecnologica rappresenta una delle parti più difficili da innovare nel nostro sistema. Esiste inoltre ancora un marcato pregiudizio nei confronti di forme di partenariato pubblico privato, due ambiti che invece dovrebbero e potrebbero incontrarsi per garantire benessere al cittadino. Un tema quest’ultimo, ripreso e condiviso anche da Giovanni Ucci, Direttore Generale del Policlinico di San Marino.
Giuseppe De Filippis, direttore sanitario dell’Istituto Besta di Milano ha ricordato la necessità di mettere in campo una rimodulazione tra ospedali vecchi e nuovi, cercando di riflettere su altri, nuovi modelli.
«Al di là dell’efficientamento energetico, un elemento imprescindibile, gli ospedali dovrebbero dare il buon esempio in termini di riduzione di emissioni. Ma quanti veramente sono in grado di farlo, dalla raccolta differenziata all’eliminazione del fumo? Perché al di là dell’efficientamento, ci sono piccole azioni concrete cui ogni cittadino può contribuire».
Tornando al tema dei partenariati, De Filippis ha mostrato il suo assenso, ricordando che è importante sfruttare il know-how e le risorse messe in campo dal privato per poter fare il salto di qualità che da soli, come ospedali pubblici, non si è in grado di fare.
Daniela Pedrini, presidente della Società Italiana dell’Architettura e dell’Ingegneria per la Sanità, ha ribadito l’importanza di mettere a sistema nuovi criteri volti a garantire la sicurezza di pazienti e operatori.
La cultura della sicurezza, ha quindi proseguito, va studiata in tutte le sue parti, dalla fase progettuale in cui viene deciso dove collocare una struttura rispetto al territorio, alla progettazione vera e propria consentendo un rapido isolamento di alcune parti in caso di necessità.
È fondamentale assicurare un sistema di building management unitamente all’uso di materiali eco-sostenibili.
«Bisogna puntare non solo sull’efficienza energetica, ma su un progetto complessivo di sostenibilità», ha quindi concluso.
Gabriele Rinonapoli, direttore dei Sistemi Informativi dell’IRCCS Malattie Infettive Spallanzani di Roma ha ricordato come nella fase acuta del Covid i sistemi informativi siano stati fortemente coinvolti con gli uffici tecnici e sanitari al fine di garantire un’ottimizzazione degli spazi, degli ambienti e dei percorsi all’interno dell’Ospedale Spallanzani.
In tema di Building Management System, ritiene che i sistemi di monitoraggio debbano essere integrati con soluzioni di IOT al fine di procedere nella direzione di uno Smart Hospital efficiente, sicuro e confortevole per i pazienti.
«La trasformazione degli ospedali italiani ispirata ai concetti di qualità e accoglienza ed il sempre maggiore e più efficace collegamento tra il Territorio e l’Ospedale devono rappresentare un primo passo per la ripartenza del nostro Paese, rimettendo al centro del nuovo rilancio economico la “Salute”, come indicatore della qualità dello sviluppo: una nuova scala di valori sociali condivisi che parta dalla qualità della vita collettiva e dal benessere esteso al maggior numero di persone», ha concluso Maestrelli.
Elena D’Alessandri