Violenza sugli operatori sanitari: avviata raccolta di soluzioni al problema

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Negli ultimi anni la violenza sugli operatori sanitari è in crescita. Secondo la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche in Italia ogni anno subirebbero violenza fisica circa 10 mila infermieri, cifra che scende a 8-9 mila se si pensa alla violenza verbale. Per quanto riguarda i medici, le aggressioni sono circa mille l’anno e avvengono soprattutto in Pronto Soccorso.

«È miope cercare le motivazioni della violenza sui nostri professionisti solo all’interno delle strutture», ha detto Tiziana Frittelli, presidente di Federsanità e direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. «Basti pensare all’indotto della responsabilità professionale sanitaria e alla medicina difensiva per capire che siamo di fronte a un vero e proprio cortocircuito culturale.
Occorre investire in comunicazione, soprattutto, tra personale medico-sanitario ed utenti, per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto che, nel tempo, si è andato perdendo. In questi ultimi due anni la pandemia da Covid-19 ha stravolto l’approccio dei cittadini rispetto alle strutture sanitarie e, per qualche tempo, è sembrato che le aggressioni agli operatori sanitari presso le strutture fossero diminuite, fatto salvo il fenomeno degli assalti alle ambulanze in alcune aree.
Negli ultimi mesi, a seguito del graduale processo di riapertura, il fenomeno si è ripresentato ed è decisamente in crescita. Si tratta di veri e propri atti di violenza che non possono essere tollerati e vanno condannati a gran voce».

Con queste parole si avvia la raccolta, da parte di Federsanità, delle soluzioni già adottate dalle Aziende Sanitarie per contrastare e prevenire il fenomeno della violenza sugli operatori sanitari e socio-sanitari, ma anche per il sostegno delle vittime al rientro a lavoro: scopo del progetto, mettere le soluzioni a sistema e consentire all’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie – istituito con legge 14 agosto 2020, n. 113 presso il Ministero della Salute – uno strumento documentale attuale e concreto per programmare e promuovere azioni volte a garantire la sicurezza del personale medico-sanitario. Le Aziende Sanitarie hanno ancora tempo per inviare le proprie esperienze.

Interviene Domenico Della Porta, referente nazionale Federsanità per la prevenzione e sicurezza operatori sanitari: «la violenza sul posto di lavoro, sia essa esterna o interna all’organizzazione, è un rischio sul lavoro e come tale va valutato per rimuoverlo o minimizzare. Il comparto sanità dai dati che disponiamo è quello tra i settori lavorativi più a rischio per aggressioni e violenze. Basti pensare alle 1500 malattie professionali da Stress Lavoro Correlato riconosciute dall’Inail nel 2021 proprio tra gli operatori sanitari per rendersi conto dei postumi provocati proprio da violenze ed aggressioni. La ricetta dei datori di lavoro in sanità è osservare in modo rigoroso il d.lgs. 81/08 e s.m.i, senza sottovalutare il rischio stress lavoro correlato; formare e informare i lavoratori sui temi della legalità, trasparenza, correttezza, indipendenza, dignità e rispetto nei rapporti interpersonali, comunicazione non violenta, diffondendo ad esempio i codici di comportamento ed etico, creare una cultura del lavoro basata sul rispetto reciproco, dare il buon esempio e richiedere atteggiamenti e comportamenti rispettosi dei lavoratori, affrontare precocemente i conflitti tra lavoratori».
In occasione della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”, indetta per il 12 marzo prossimo, ci sarà modo di vedere il primo materiale inviato.

Stefania Somaré