Di recente Salutequità, insieme a quindici sigle del mondo sociosanitario – AIOP, AISC, AISM, AMD, AMICI, APIAFCO, APMARR, CARD, Diabete Italia, Federsanità Anci, FIMMG, FNOPI, SIFO, SIT, UNIAMO – ha pubblicato il report “Valutare bene per garantire equità. Raccomandazioni per l’equità nel Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) dei Livelli Essenziali di Assistenza”, documento che riporta una serie di suggerimenti per migliorare e attualizzare il sistema NSG.

Approvato nel 2019 ed entrato in vigore nel 2020, il NSG si configura come uno strumento fisso, con una serie di indici di valutazione che non mutano con il cambiare dell’orizzonte socio-sanitario. In aggiunta, degli 88 indici calcolati, solo 22 concorrono a fornire l’audit alle Regioni.

Tonino Aceti

Secondo Tonino Aceti, presidente di Salutequità, «il NSG dovrebbe essere uno strumento flessibile, capace di adattarsi costantemente alle priorità di salute dei cittadini e a quelle di politica sanitaria del SSN, che sono in continua evoluzione, a partire dalle innovazioni previste dal PNRR, dal DM 77/2022 e dal Decreto Tariffe dei nuovi Lea. Questo vuol dire poter contare su un sistema dinamico di aggiornamento degli indicatori, oggi poco sfidanti e inadeguati a misurare la realtà vissuta dai cittadini, oltreché relativi a un SSN del periodo pre-pandemico». Vediamo quali sono le linee guida indicate dal report.

Le linee guida per migliorare il NSG

I partner del lavoro propongono diciannove linee guida, con focus su differenti ambiti sanitari: programmi di screening, liste d’attesa, rinuncia alle cure, gestione della cronicità, rischio clinico, tasso di infezioni correlate all’assistenza, tempi di attesa in Pronto Soccorso, umanizzazione delle cure, assistenza di persone con malattie rare, aderenza alle cure, assistenza territoriale, assistenza domiciliare integrata. La maggior parte di questi temi sono già presenti nel NSG e vengono misurati, ma non sono considerati “core”, ovvero non vanno a definire il livello di assistenza ed equità alle cure delle diverse Regioni.

Ecco, ora, nel dettaglio l’elenco delle linee guida proposte:

  1. Coperture raggiunte nelle vaccinazioni raccomandate agli anziani previste dal PNPV 2023-2025.
  2. Lesioni individuate attraverso i programmi di screening.
  3. Attuazione del Piano Nazionale della Cronicità (PNC) con indicatori specifici su stratificazione della popolazione, aderenza terapeutica, PDTA.
  4. Qualità e accessibilità dell’assistenza primaria (MMG, PLS, Continuità Assistenziale – DM 77/2022).
  5. Qualità dell’Assistenza domiciliare integrata analizzando i professionisti coinvolti nell’équipe, le ore di assistenza per caso, l’attuazione e il rispetto dei requisiti di accreditamento delle cure.
  6. Livello d’integrazione sociosanitaria degli interventi assistenziali.
  7. Livello di completezza e di utilizzo (da cittadini, professionisti sanitari e ASL) del Fascicolo Sanitario Elettronico.
  8. Equità di accesso alle prestazioni di telemedicina (PNRR) in tutte le Regioni.
  9. Pieno, tempestivo ed equo accesso alle innovazioni tecnologiche.
  10. Rispetto dei tempi di accesso alle cure relativi a ogni codice di priorità, e il completo rispetto delle norme previste dal Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa.
  11. Attuazione e il rispetto del decreto sugli standard dell’assistenza territoriale a partire dagli standard dell’infermiere di famiglia e di comunità e all’ulteriore personale infermieristico, medico e delle altre professioni coinvolte.
  12. Rispetto della metodologia per la definizione del fabbisogno di personale degli enti del SSN, prevista dal decreto di gennaio 2023.
  13.  Sicurezza delle cure con l’attuazione della legge sulla responsabilità professionale, il monitoraggio delle infezioni correlate all’assistenza, maggiore valorizzazione dei dati sugli esiti del Programma Nazionale Esiti, costruzione di un apposito numero indice che possa concorrere all’assegnazione del punteggio Lea nel NSG.
  14. Livello di accessibilità, qualità e sicurezza delle cure all’interno dei Pronto Soccorso.
  15. Qualità, l’accessibilità e l’equità dell’assistenza garantita alle persone con malattia rara.
  16. Il grado di umanizzazione delle cure.
  17. Rispetto delle norme relative alla regolamentazione di alcuni aspetti dell’assistenza come intramoenia, procreazione medicalmente assistita (PMA), utilizzando i dati certificati contenuti nelle specifiche Relazioni al Parlamento.
  18. Livello di equità sociale attraverso il tasso di rinuncia alle cure.
  19. Attuazione e garanzia del Decreto Tariffe sui nuovi Lea (monitoraggio erogazione nuove prestazioni che dal 1° aprile 2024 si devono garantire ai cittadini.

Tutti questi punti dovrebbero essere inseriti nella valutazione di qualità ed equità delle cure, per restituire uno sguardo reale di come sta la nostra sanità. In caso contrario, si rischia di essere sobillati da tanti decreti, senza vedere una vera ripresa.