Laparoscopia a vena cava aperta

Laparoscopia a vena cava aperta
Franco Bergamaschi

La medicina (e ancor più la chirurgia) è caratterizzata dall’ideazione di nuove tecniche operatorie capaci di rendere gli interventi più efficaci ed efficienti.
L’avvento di queste novità chirurgiche si deve in particolare alla tecnologia, oltre che alle capacità di chi le introduce.
Di recente una nuova tecnica laparoscopica è arrivata all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per asportare un tumore infiltrante al rene sinistro.

A condurre l’intervento è stato il dottor Franco Bergamaschi, direttore della Struttura di Urologia, su un giovane che presentava un tumore al rene sinistro di circa 10 cm fuso con l’aorta.
Per la prima volta è stata scelta una metodica mininvasiva, la laparoscopia a vena cava aperta: 6 micro-fori hanno permesso di giungere al tumore e di asportarlo.
L’intervento è durato 5 ore e il paziente è stato dimesso in ottime condizioni dopo soli 4 giorni.

«La complessità era dovuta al fatto che il rene da asportare era quello sinistro, completamente adeso all’aorta», spiega Bergamaschi, «questo ha reso necessario separarla dal rene per poi isolare le vene renali trombizzate che attraversano il corpo fino alla vena cava, la più grande dell’organismo, che decorre nel fegato e che presentava all’interno un trombo lungo 15 cm e largo 7 cm. Abbiamo agito in sicurezza, forti dell’esperienza laparoscopica maturata anche in casi simili, sezionando e suturando l’intera parete della vena cava dopo aver letteralmente staccato e asportato il trombo neoplastico».
Per poter eseguire questo intervento, complesso, è richiesta una grande esperienza.

Stefania Somaré