Le relazioni al Parlamento dovrebbero costituire uno strumento strategico per la programmazione sanitaria, monitorando l’attuazione delle leggi e guidando le scelte politiche con riferimento a evidenze aggiornate. La loro pubblicazione però avviene spesso con anni di ritardo, riducendone così l’efficacia e la rilevanza.
Buco informativo di sette anni
La Relazione sull’attuazione della legge 38/2010, fondamentale per garantire l’accesso a cure palliative e terapia del dolore ha un ritardo informativo di sette anni. Mentre il Parlamento discute del fine vita, l’ultima trasmissione dei dati su questo argomento, datata gennaio 2019, fa riferimento al lontano triennio 2015-2017.
Dati fermi al 2021
La relazione sullo stato della sanità, strumento cardine per valutare l’attuazione del Piano Sanitario Nazionale, è ferma al 2021, con un ritardo di circa tre anni rispetto alla situazione attuale.
In vista dell’approvazione del nuovo Piano Sanitario Nazionale 2025-2027, questo scostamento temporale rischia di ridurre considerevolmente l’utilità del documento.
In questo scenario, il rischio concreto è quello di pianificare le azioni sanitarie su basi parzialmente superate, con impatti negativi su appropriatezza, distribuzione delle risorse e qualità dell’assistenza.
Rischio ritardi LEA
Nonostante l’inclusione della Procreazione Medicinale Assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza dal 2025, la relazione sulla legge 40/2004 fa riferimento a dati relativi al 2022. Mantenendo queste tempistiche, gli effetti delle nuove proposte saranno disponibili solo a partire dal biennio 2027-2028, compromettendo così l’equità dell’accesso ai servizi e l’accessibilità delle prestazioni riproduttive.
Medicina di genere
L’ultima relazione sul Piano per la medicina di genere è datata 2024, ma fa riferimento a dati del 2021. Considerando l’approccio innovativo che la medicina di genere punta a garantire, focalizzando l’attenzione sulla personalizzazione delle diagnosi e sulle terapie secondo le differenze biologiche, fisiologiche e socioculturali, questo ritardo limita la possibilità di valutare in modo aggiornato l’efficacia delle iniziative in corso.
Nodo dei dati sulle liste d’attesa
La relazione pubblicata nel 2025 sull’intramoenia fa riferimento a dati aggiornati al 2023, limitando considerevolmente la valutazione delle politiche in corso in questo periodo. La relazione, che affronta temi caldi come le liste d’attesa e le politiche del personale medico, dovrebbe fornire informazioni chiave sull’equilibrio tra attività istituzionale e libero-professionale, sull’utilizzo degli spazi dedicati, sui proventi generati e sulla riduzione dei tempi d’attesa.
In assenza di un sistema informativo aggiornato però appare difficile valutare l’efficacia delle strategie adottate, nonché delle eventuali criticità organizzative.
Più evidenze per politiche sanitarie efficaci
Secondo Salutequità, in vista della prossima legge di bilancio e del nuovo Piano Sanitario Nazionale, è di primaria importanza ripristinare la tempestività nella pubblicazione delle relazioni, offrendo un quadro affidabile e aggiornato che permetta al Parlamento e agli operatori sanitari di mettere a punto politiche pubbliche efficaci.


