I numeri della cronicità: tra disuguaglianze territoriali e criticità del SSN

La gestione delle malattie croniche in Italia rappresenta una sfida sempre più complessa, aggravata da criticità strutturali e disuguaglianze territoriali.
L’Osservatorio Salutequità ha condotto un’analisi che evidenzia la necessità d’interventi mirati per migliorare l’efficacia del SSN e garantire una presa in carico adeguata dei pazienti.
Nonostante gli investimenti del Pnrr per il rafforzamento dell’assistenza territoriale, la gestione della cronicità in Italia sembra residuale e in peggioramento come spiega Tonino Aceti, presidente Salutequità. 

«Infatti, la bozza di aggiornamento di Piano Nazionale Cronicità che dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni da Stato-Regioni, non conta su finanziamenti ad hoc contrariamente ad altri Piani, manca di un cronoprogramma chiaro per il raggiungimento degli obiettivi e lascia fuori diverse patologie. Anche la sua modalità di aggiornamento e inclusione di nuova patologie, come la psoriasi, non è affatto chiara».

La cabina di regia del PNC (importante per l’implementazione) sembra essere scaduta e non riunirsi da un anno circa e non sono pubbliche le relazioni annuali che deve produrre. Un nodo centrale per il cambio di passo nella presa in carico è quella del passaggio da un approccio prestazionale alla garanzia del percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale del paziente.

Oggi, infatti, il SSN rimborsa la somma delle singole prestazioni, senza misurarne gli esiti, e non l’intero percorso, facendo risultare la gestione della cronicità poco attrattiva per chi governa servizi e spesa sanitaria.
Anche le Regioni sono misurate attualmente dal Ministero della Salute con un solo indicatore di processo: aderenza nello scompenso cardiaco. Se la cronicità rappresenta oggi una priorità per le famiglie, non possiamo dire lo stesso per le risposte che garantisce il SSN».

Per questo Salutequità ha riunito a Roma un Equity Group Cronicità, realizzato con il contributo non condizionato di Sanofi e UCB Pharma, con lo scopo di inscenare un confronto con rappresentanti di istituzioni nazionali e regionali, associazioni pazienti, manager e professionisti sanitari sulle principali questioni.

I dati della sanità italiana

Il 49% degli over 75 vive in condizioni di multicronicità e gravi limitazioni. Inoltre, oltre un sesto della popolazione soffre di almeno una malattia cronica, con una prevalenza maggiore in Sardegna (25,7%) e Marche (25,1%). Tra gli over 65, il 57% ha ricevuto una diagnosi di almeno una patologia cronica, con una maggiore incidenza al Centro e Sud Italia rispetto al Nord.

Le patologie più comuni includono cardiopatie (27%), diabete (20%), malattie respiratorie croniche (16%) e tumori (13%). La policronicità colpisce il 25% degli over 65, con una maggiore prevalenza tra le persone con difficoltà economiche e bassa istruzione.

Le indagini hanno evidenziato un peggioramento in merito ai dati LEA sull’assistenza distrettuale. 

Nel 2023 un quarto delle Regioni (Valle d’Aosta, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sicilia) non ha raggiunto la sufficienza nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza distrettuali. Accanto a queste 11 regioni hanno peggiorato il punteggio in quest’area rispetto al 2020: Lombardia (-19 punti), Piemonte (-1), Veneto (-2), Liguria (-2), Emilia-Romagna (-6), Marche (-9), Lazio (-12), Abruzzo (-32), Basilicata (-11), Calabria (-8), Sicilia (-18).

I lavori del Pnrr procedono tra luci e ombre. Gli obiettivi delle Centrali Operative Territoriali sono stati conseguiti, tuttavia, i dati di recente pubblicazione mostrano che vanno a rilento le infrastrutture cardine dell’assistenza territoriale. Risultano attivati circa un quarto degli ospedali di comunità programmati (5 Regioni non ne hanno nemmeno uno attivo). Solo 660 Case della Comunità realizzate a fronte delle 1723 programmate e meno di una su 10 ha tutti i servizi obbligatori attivi. Le Regioni che sembrano più lontane dall’Obiettivo sono Campania, Puglia, Abruzzo, Calabria, Sicilia e PA di Bolzano.

Sul fronte cure palliative domiciliari solo 7 Regioni (Basilicata, Emilia-Romagna, PA Trento e PA Bolzano, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto) hanno una copertura del 100% dei distretti in cui è attivo almeno un punto di erogazione.

I percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali aumentano, ma non sono garantiti in tutte le regioni. Sulle patologie oggetto di monitoraggio ministeriale, tra cui diabete, BPCO, Scompenso Cardiaco, i dati AIFA più recenti (2023) rilevano bassa aderenza i farmaci per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie (51,0%) – nonostante su BPCO 15 Regioni hanno approvato un PDTA regionale (al 2023) – e farmaci antidiabetici (23,9%).

Sul diabete i problemi di aderenza riguardano anche il percorso: gli annali AMD 2023 riportano che solo il 51,3% dei pazienti ha eseguito 2 o più misurazioni di emoglobina glicata nel corso dell’anno; meno di un terzo ha eseguito l’esame del fundus oculi, utile per monitorare la retinopatia diabetica; ancora di meno chi ha eseguito il controllo del piede (16,8%).

Sullo Scompenso Cardiaco (SC) solo 13 Regioni hanno formalizzato un PDTA (2023): Piemonte e Friuli-Venezia Giulia; Emilia-Romagna; Liguria; Lazio; Umbria; Calabria; Basilicata, Toscana, Abruzzo, Campania, Marche e Molise. Questo nonostante sia oggetto di monitoraggio LEA, sia nell’elenco di patologie prioritarie del Piano Cronicità vigente, e dal 2024 un indicatore di aderenza per SC diventerà core nel Nuovo Sistema di Garanzia.

Nel frattempo, sono stati censiti da Fondazione RES oltre 900 PDTA regionali, di cui il 56% per patologie croniche ad alta prevalenza. Si concentrano prevalentemente nell’area oncologica – quasi un quarto di tutti i PDTA (119) – seguiti da quella neurologica con oltre uno su 10 (70) e quella cardiologica poco meno di uno su 10 (50) e spesso non prevedono uso di telemedicina. Ci sono patologie, come la psoriasi e quelle dermatologiche croniche, che sono escluse nell’elenco del PNC e non hanno PDTA regionali, con percorsi di cura che rischiano di essere più tortuosi o dispersivi.

Italia fanalino di coda nella fiducia delle persone sulla capacità di autogestire la propria salute (dati PaRIS): la percentuale è del 24,3% rispetto al 58,9% della media OECD (meno della metà) e la capacità di usare informazioni sulla salute in internet è bassa (4,9% Italia vs 19,3% OECD). Valori bassi anche per le persone trattate in servizi che scambiano elettronicamente informazioni mediche (13,4% Italia vs 57,1% OECD). Questo problema può essere superato con l’uso del FSE, tuttavia, ad oggi è utilizzato solo da un cittadino su 4.

Anche i dati sui professionisti sanitari non sono positivi. 

Aumenta il carico assistenziale per i MMG, masi riducono in termini numerici i professionisti disponibili, in particolare nel Nord del Paese, e si trovano a prendere in carico un numero superiore ai 1500 assistiti in oltre un caso su due (dati aggiornati al 2023). 

Procede a rilento anche la necessità avviata dalla legge Balduzzi del 2012 di lavorare in forma associativa: circa un terzo lavora in modo non organizzato formalmente con altri MMG e con altri professionisti sul territorio. L’opportunità per superare il problema è offerta dalle Case della comunità.

La farmacia dei servizi diventa invece più capillare. La disponibilità di servizi in farmacia è in aumento, ma a questa non corrisponde un contestuale utilizzo da parte dei cittadini. 

Gli infermieri di famiglia e comunità, il cui standard DM 77 è di un infermiere su 3000 abitanti, si confrontano con differenze territoriali nei tempi di definizione del fabbisogno e in quelli di implementazione. 

Sette Regioni (Lombardia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto) hanno identificato fabbisogno totale. E la Toscana ha definito anche la progressività dell’attuazione da concludersi entro il 2026. Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise e Piemonte non hanno definito i numeri del fabbisogno. L’Emilia-Romagna dichiara che il fabbisogno rappresenta criticità e stima la piena implementazione in 4-5 anni.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here