Verso una sanità digitale e sostenibile: le iniziative del Piano Nazionale Complementare

L’Aula Magna del Rettorato della Sapienza Università di Roma ha ospitato, nei giorni scorsi, l’evento “Salute 5.0 e Ricerca. Le Iniziative del Piano Nazionale Complementare al servizio del Futuro Digitale della Sanità”, che ha dato vita a un momento di incontro e visione condivisa tra università, istituzioni, mondo della ricerca e della sanità per delineare le nuove traiettorie della salute digitale e sostenibile.

Nel corso dell’evento, alla presenza della magnifica rettrice Antonella Polimeni e del Ministro della Salute Orazio Schillaci, le quattro Fondazioni di ricerca del Piano Nazionale Complementare, D34Health, DARE, ANTHEM e Fit4MedRob, hanno presentato i risultati e le prospettive delle loro attività, mostrando come la collaborazione tra competenze diverse e complementari possa generare un impatto concreto sulla qualità della vita dei cittadini e sull’evoluzione del sistema sanitario nazionale.

L’obiettivo comune è costruire un ecosistema della salute sinergico, in cui ricerca, innovazione, strutture ospedaliere, mondo della sanità e istituzioni lavorano insieme per rendere la medicina sempre più predittiva, personalizzata e centrata sulla persona.

Fondazione D34HEALTH

La visione che guida Fondazione D34HEALTH (Digital Driven Diagnostics, Prognostics and Therapeutics for Sustainable Healthcare) si fonda sull’integrazione di gemelli digitali e biologici, sensori, dispositivi indossabili, scienze omiche e infrastrutture di ricerca, con l’obiettivo di sviluppare la medicina di precisione e costruire la sanità del futuro.

L’iniziativa nasce per sviluppare un ecosistema multidisciplinare che coniughi ricerca avanzata, innovazione tecnologica, formazione professionale e trasferimento tecnologico, con l’obiettivo di migliorare diagnosi, prognosi, terapie e sistemi di cura, sostenendo una trasformazione digitale sostenibile del sistema sanitario nazionale.

Attraverso piattaforme digitali multilivello, D34HEALTH integra dati clinici, istologici, patologici e radiologici con quelli provenienti da sensori e dispositivi indossabili, analizzandoli tramite algoritmi di intelligenza artificiale per la creazione di gemelli digitali.

I gemelli biologici e gli organ on chip, generati in laboratorio tramite modelli in vitro, offrono il riscontro sperimentale necessario per validare le simulazioni digitali, migliorando la comprensione dei meccanismi di malattia e il supporto alle decisioni terapeutiche.

Oltre alla ricerca scientifica, D34HEALTH promuove programmi di formazione. 

«D34Health affronta la sfida di una nuova visione della medicina, basata sull’integrazione tra dati, sensoristica, biotecnologie e intelligenza artificiale, per rendere diagnosi e terapie sempre più personalizzate, predittive e sostenibili», spiega Maria Sabrina Sarto, presidente di Fondazione D34HEALTH.
«I modelli di digital and biological twin sono sviluppati per cinque tra le malattie a maggior impatto sul SSN, quali il cancro metastatico del colon, il cancro del fegato e delle vie biliari, il cancro del sistema nervoso centrale, il diabete di tipo I, la sclerosi multipla.

Con oltre 400 ricercatori e infrastrutture all’avanguardia, D34Health contribuisce a rafforzare la competitività scientifica del Paese e a costruire un modello di sanità capace di affrontare le sfide del futuro».

DARE (Digital Lifelong Prevention)

L’impegno di DARE (Digital Lifelong Prevention) mira, invece, a trasformare la prevenzione in un processo digitale, continuo e personalizzato, capace di accompagnare la persona lungo tutto l’arco della vita attraverso vere e proprie traiettorie di salute.

Dare ha già avviato oltre 70 progetti pilota in cinque regioni italiane (Emilia-Romagna, Lazio, Veneto, Puglia e Sicilia), che coinvolgono dati, retrospettivi o prospettici, di oltre 2,5 milioni cittadini.

«Investire in prevenzione significa investire nel futuro del Paese», dichiara Lorenzo Chiari, presidente della Fondazione DARE. «Oggi abbiamo l’opportunità – e la responsabilità – di ripensare la prevenzione come un bene comune, diffuso e sostenibile, capace di ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità della vita.

La straordinaria accelerazione delle tecnologie digitali apre scenari impensabili fino a pochi anni fa: sensori indossabili, intelligenza artificiale e digital twin permettono di individuare precocemente i fattori di rischio e agire prima che si trasformino in malattie o acuiscano le cronicità.

La sfida, però, è duplice: innovare senza perdere il controllo pubblico del processo, perché la salute resta un bene collettivo da tutelare e governare con responsabilità. Per questo – accanto alla tecnologia – servono nuovi strumenti, etici, giuridici e finanziari, che rendano la prevenzione e la promozione della salute un investimento stabile e strategico per il sistema Paese.»

Fondazione Anthem

Fondazione Anthem agisce nel contesto di trattamenti innovativi, sensori e strumenti di diagnosi, intelligenza artificiale e imaging per la salute, medicina di precisione e supporto alle decisioni cliniche.

La Fondazione coordina attualmente 28 progetti pilota che mettono in dialogo medicina, ingegneria, fisica, informatica ed economia. L’obiettivo è trasformare la conoscenza scientifica in tecnologie e soluzioni concrete per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle patologie croniche e delle malattie che ancora oggi non dispongono di una cura.

Stefano Paleari, presidente di Fondazione Anthem, sottolinea: «Anthem promuove una ricerca scientifica applicata, capace di arrivare rapidamente ai cittadini e di rafforzare la competitività della ricerca italiana nel campo della salute.

L’impatto sul sistema Paese è concreto e misurabile, e il gruppo di ricercatrici e ricercatori coinvolti è in continua crescita, anche a livello internazionale: un segnale che le iniziative avviate dal PNC possono proseguire oltre il 2026, aprendo prospettive di grande valore.

Abbiamo l’occasione di rendere il nostro sistema sanitario all’altezza delle opportunità che le nuove tecnologie e i nuovi ritrovati ci offrono». 

Fit4MedRob (Fit for Medical Robotics)

L’operato di Fit4MedRob (Fit for Medical Robotics) si distingue, invece, per l’approccio innovativo alla riabilitazione e all’assistenza delle persone con difficoltà motorie, sensoriali o cognitive, grazie all’impiego integrato di tecnologie (bio)robotiche e digitali.

Oltre 2 mila pazienti, coinvolti in 20 trial clinici pragmatici su tutto il territorio nazionale, contribuiscono a validare, attraverso l’uso di robot commerciali, un modello di riabilitazione robotica più efficace, sostenibile e accessibile.

In aggiunta in 50+ trial esplicativi, ingegneri e clinici lavorano fianco a fianco per rendere i dispositivi biorobotici prototipali sempre più aderenti ai bisogni reali dei pazienti e alle pratiche cliniche quotidiane.

«Fit for Medical Robotics ha l’ambizione di rivoluzionare i modelli riabilitativi e assistivi attraverso la biorobotica e le tecnologie digitali. Nasce dall’ascolto dei bisogni reali dei pazienti e dei professionisti della salute, con l’obiettivo di portare l’innovazione scientifica al servizio delle persone. L’investimento di 116 milioni di euro in ricerca si traduce in soluzioni concrete per una riabilitazione e un’assistenza più personalizzate, multidominio e accessibili. In tutta Italia sono già operative 40 palestre robotiche, dove – lungo l’intero percorso riabilitativo, dalla fase acuta fino a quella cronica e domiciliare – vengono trattati pazienti di ogni età, dall’età evolutiva alle persone in età avanzata. Le tecnologie di Fit4MedRob sono già al servizio di pazienti con ictus, malattie neuromuscolari, Parkinson, sclerosi multipla, paralisi cerebrale, disturbi muscoloscheletrici, polineuropatie, lesioni cerebrali acquisite o condizioni oncologiche, ma anche di persone con fragilità motorie o lavoratori colpiti da patologie da sovraccarico o attività ripetitive.» dichiara Emilio Fortunato Campana, presidente della Fondazione Fit for Medical Robotics. «Ora, in sinergia con le altre Fondazioni del Piano Nazionale Complementare, dialoghiamo con i vertici istituzionali e con i protagonisti della trasformazione del sistema sanitario per costruire un quadro regolatorio capace di accompagnare l’innovazione e garantirne un’adozione equa e sostenibile. Il futuro della salute si costruisce oggi: un ecosistema condiviso, intelligente e profondamente centrato sulla persona».

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