Aggiornamento del DM 70, le proposte di Siaarti

Da mesi si lavora all’aggiornamento del DM 70, decreto complesso del 2015 che definisce gli standard qualitativi, strutturali e tecnologici relativi all’assistenza ospedaliera, le cui carenze sono state rese ancora più evidenti dalla pandemia.
Si pensa, per esempio, di potenziare la Terapia Intensiva e Semintensiva, di chiarire le funzioni delle reti cliniche e di sciogliere alcuni nodi storici.
Anche la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva si è inserita nel confronto ancora aperto tra le parti per avanzare alcune proposte che il presidente, prof. Antonino Giarratano, ritiene estremamente utili per il rinnovamento degli standard qualitativi ospedalieri.

Antonio Giarratano, presidente Siaarti

Centrate sul paziente e basate sulla buona pratica clinica, le proposte interessano una serie di punti di pertinenza della dirigenza medica di Anestesia e Rianimazione. Iniziamo dalla definizione stessa di Area Semintensiva/Subintensiva che, precisa Siaarti, non è stata toccata dalla bozza del decreto, mentre «gli ultimi due anni di emergenza pandemica hanno evidenziato la necessità di definire soprattutto in questa area modelli organizzativi, competenze, tecnologie e specialità coinvolte, evitando diatribe fondate sulla difesa di categorie o singole discipline».

Occorre quindi dare indicazioni chiare su come costruire queste aree e riorganizzarle, basandosi proprio sulle buone pratiche cliniche. Siaarti propone di definire quattro livelli d’intensità di cura (alta intensità, terapia semintensiva, terapia semintensiva critica, terapia intensiva polivalente/generale, postoperatoria, specialistica) e di stabilire per ognuno anche la dotazione di personale medico, infermieristico e di attrezzature e la possibilità di step-up verso la Terapia Intensiva.

Un altro punto riguarda l’anestesia che, secondo Siaarti, andrebbe allocata in una nuova area medico-chirurgica e non più essere considerata un servizio ospedaliero.

Viene inoltre definito il numero minimo di organico da affidare all’Unità Operativa di Anestesiologia e Rianimazione: 7 per ospedali con Pronto Soccorso con accessi annui superiori a 15.000 unità e/o punto nascita. Il documento si concentra poi anche sulle Reti cliniche, in particolare sulla Rete emergenza-urgenza extraospedaliera, sulla Rete sepsi e shock settico, sulla Rete dei Punti Nascita e sulla Rete di terapia del dolore.

Per quanto riguarda la Rete emergenza-urgenza extraospedaliera, si suggerisce di supportare lo sviluppo di reti regionali con standard condivisi, cosa possibile se si segue quanto «espresso nei documenti di buona pratica clinica e linee guida redatte dalle società scientifiche accreditate dal Ministero della Salute e registrate alla piattaforma SNLG del CNEC – Centro nazionale per l’eccellenza clinica, la qualità e la sicurezza delle cure.
Infatti, essendo basati su evidenze scientifiche, questi documenti potranno fornire indicazioni su quali specialisti e quali competenze siano necessarie e adeguate a una corretta gestione dell’emergenza extraospedaliera/territoriale».

Altrettanto significativo lo sprone a costruire reti multidisciplinari specifiche contro la sepsi, prima causa di morte in ospedale con una tendenza in crescita, e a dare importanza alle Reti di terapia del dolore, appena accennate nel DM 70.
Viene, infine, proposto di inserire Unità Operative di Anestesia e Rianimazione e guardia attiva di anestesia h24 tra i setting assistenziali ospedalieri previsti all’interno della Rete dei punti nascita.
Il documento è stato presentato al Ministero della Salute.

Stefania Somaré