AiORM: ottimizzare il percorso chirurgico con dati e sostenibilità

Si è tenuta, il 6 novembre scorso, presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, la I giornata italiana di Operating Room Management, un evento che ha segnato la prima uscita pubblica di AiORM – Associazione Italiana di Operating Room Management.

AiORM è un’associazione no profit nata da una rapida gestazione, formalizzata nel maggio di quest’anno, grazie all’input raccolto dagli studenti e alumni del master in ORM dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

L’obiettivo è duplice e ambizioso: sensibilizzare e stimolare una nuova cultura nella gestione delle sale operatorie e del percorso chirurgico, puntando su multidisciplinarietà, partecipazione attiva e proattiva di tutte le figure professionali e traghettare la gestione dall’atto chirurgico in sala operatoria a una visione più ampia che accompagni il paziente dal momento dell’inserimento in lista d’attesa fino alla dimissione.

Questa nuova visione richiede la riorganizzazione di attività e processi in linea con le Linee d’indirizzo per il governo del percorso del paziente chirurgico programmato (Accordo Stato-Regioni n. 100 del 2020).

L’Associazione è la prima in Italia a raccogliere queste necessità, focalizzandosi non sul titolo di studio, ma sulle competenze del professionista ORM, nella convinzione che l’integrazione di know-how diversi possa portare benefici all’intero SSN.

Dalla teoria alla pratica: puntare a efficienza e sostenibilità

La Giornata al Policlinico Gemelli, aperta dalle introduzioni del presidente di AiORM, dott. Andrea Cambieri, direttore sanitario Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, e del vicepresidente, l’ing. Matteo Buccioli, ha chiarito la figura dell’ORM e gli obiettivi della neonata Associazione, mostrando al contempo l’impatto concreto dell’ORM sulla performance delle strutture. L’ottimizzazione del percorso operatorio – cruciale quanto oneroso per le strutture sanitarie – è vista come una leva strategica per la sostenibilità economica e ambientale e come un miglioramento diretto della qualità dell’assistenza erogata.

In particolare, ha sottolineato il direttore del master in ORM, il prof. Stefano Margaritora, le sale operatorie rappresentano il cuore pulsante di una struttura e il loro efficientamento risulta cruciale soprattutto in considerazione del fatto che nel prossimo futuro i DRG andranno progressivamente a scomparire lasciando spazio ad una value based healthcare che andrà dunque a valutare l’intero iter del paziente.

La nuova cultura del dato: dal monitoraggio alla gestione attiva

Un focus centrale della giornata è stato dedicato all’importanza strategica dei dati nella riorganizzazione chirurgica, grazie alla relazione dell’ing. Andrea Spiacci della USL Toscana Nord-Ovest.

Spiacci ha evidenziato come l’efficacia delle riforme passi attraverso un importante passaggio culturale: «dal guardare i dati al gestirli».
Per l’ORM, il dato non deve essere un elemento di reporting passivo, ma una leva attiva che consente di assumere decisioni strategiche fondate, ottimizzare i flussi di lavoro, allocare le risorse e misurare con precisione l’efficacia degli interventi di efficientamento messi in campo. Questa trasformazione è fondamentale per guidare in modo scientifico i processi di miglioramento.

Il caso San Giovanni Addolorata: una risposta alle liste d’attesa

L’applicazione pratica di questa filosofia ha trovato un esempio concreto nell’intervento di Pamela Pellini, ORM dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, che ha illustrato la progettualità specifica messa in campo per ridurre le liste di attesa chirurgiche attraverso l’implementazione di una gestione centralizzata della chirurgia di bassa e media complessità.

I risultati concreti, raggiunti nel periodo febbraio-ottobre 2024, dimostrano come questa riorganizzazione permetta di liberare risorse e ottimizzare i tempi.

Pellini ha sottolineato il beneficio per il personale clinico: «la centralizzazione di alcune attività serve a garantire al professionista sanitario di occuparsi davvero di ciò per cui ha studiato».
L’ORM, sollevando medici e chirurghi da oneri gestionali, massimizza il tempo dedicato all’alta specializzazione clinica, dando una risposta concreta e fattiva alle criticità delle liste d’attesa.

Efficienza e complessità: l’analisi comparativa

Francesco Bardini, già ORM alla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma e ora vice direttore sanitario all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, ha offerto un’analisi comparativa tra le due diverse realtà. Bardini ha evidenziato i vantaggi e i limiti delle soluzioni gestionali adottate nelle due strutture, ribadendo la complessità intrinseca del settore. La sua conclusione ha sintetizzato la sfida manageriale: «la ricerca dell’efficienza non è un processo semplice».

Ulteriori relazioni si sono concentrate sull'”urgenza intelligente” piuttosto che sulla sostenibilità delle sale operatorie in chiave “green”.

AiORM intende ora tessere una rete collaborativa con università ed enti Ministeriali per diffondere queste buone pratiche anche attraverso un programma in progress per l’anno 2026. L’obiettivo ultimo è contribuire con iniziative e progettualità alla crescita e al supporto del SSN, sfruttando la leva della cultura per infrangere le barriere di resistenza e rendere più performante l’intero percorso chirurgico.

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