Al Monzino la diagnostica si fa virtuale e immersiva

Realtà virtuale e immersiva sono sempre più spesso utilizzate anche in medicina, sia per migliorare l’atto chirurgico sia per facilitare la diagnosi nei casi nei quali l’imaging è fondamentale, come spesso accade in cardiologia. Di recente il nuovo Dipartimento di Cardiologia Perioperatoria e Imaging Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino di Milano si è dotato di una innovativa piattaforma diagnostica che sfrutta la realtà aumentata per migliorare la diagnostica cardiovascolare.

Ma come funziona? In breve, le immagini diagnostiche 2D e 3D ottenute con TAC e RMN possono essere esportate sulla piattaforma e da qui in un ambiente virtuale che permette sia di ottenere la visualizzazione olografica del cuore, sia di interagire con le sue singole parti navigando al loro interno per uno studio più accurato dell’anatomia cardiaca di ogni singolo paziente. Lo specialista può quindi interagire con l’immagine utilizzando un apposito visore stereoscopico e muovendo mani e testa. Ciò consente di fare diagnosi accuratissime, ma anche di simulare gli interventi in fase preoperatoria, valutando attentamente ogni movimento da fare.

Spiega Gloria Tamborini, responsabile dell’Unità Operativa di Ecocardiografia: «la Virtual Reality è uno strumento straordinario perché, fornendo la proiezione di un dato tridimensionale in un ambiente virtuale, offre la percezione della profondità reale consentendo al tempo stesso di visualizzare immagini 3D in movimento, navigare all’interno delle strutture e simulare procedure. Questa tecnologia finalmente applicata anche in ambito sanitario, permette quindi la reale visualizzazione e la manipolazione tridimensionale dell’immagine anatomica, con innumerevoli vantaggi dal punto di vista clinico.

I nuovi software di virtual reality permettono infatti di migliorare l’analisi dell’anatomia cardiaca importante, in particolare nelle patologie valvolari, congenite, vascolari aortiche e nelle masse cardiache. Consentono inoltre, attraverso simulazioni procedurali sul modello virtuale olografico, di studiare e ottimizzare nel singolo paziente il progetto operatorio: una possibilità fondamentale sia nella chirurgia tradizionale, vascolare e cardiaca, sia nella cardiologia intervenzionale.
Inoltre, la possibilità di proiezione a distanza del modello cardiaco realizzato attraverso la virtual reality consente l’interscambio delle immagini fra più operatori per scopi sia clinici che didattici».

Trattandosi di una piattaforma digitale è inoltre possibile rendere fruibili le immagini anche da remoto, permettendo così ai centri esperti di supportare l’operato di colleghi in altre realtà ospedaliere; è necessaria una certa cultura e organizzazione per utilizzare al meglio una piattaforma come quella installato al Monzino. Anzitutto, occorre essere abituati al lavoro di squadra e multispecialistico.
In questo caso, a dover collaborare sono radiologi, cardiologi interventisti, cardiochirurghi, elettrofisiologi e cardiologi clinici, che devono avere un linguaggio e una cultura comune.

Stefania Somaré