In occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer, celebrata il 21 settembre 2025, la Società Italiana di Neurologia ha rilanciato un appello, richiamando l’attenzione sulla priorità sociale ed economica delle malattie neurologiche.
Accanto alla demenza, patologia oggi oggetto di importanti innovazioni diagnostiche e farmacologiche, emergono i disturbi neurologici funzionali (DNF), ancora troppo trascurati, mal diagnosticati o addirittura fraintesi.
Verso approcci multidisciplinari
Per quel che concerne la malattia di Alzheimer, la SIN sottolinea come le recenti scoperte scientifiche, i nuovi farmaci e la diagnosi precoce, rappresentano un’opportunità straordinaria che sfortunatamente rischia di rimanere incompiuta se non accompagnata da un cambiamento sistemico.
Alessandro Padovani, presidente della SIN, ha posto l’accento sulla necessità di mettere in atto un modello organizzativo in grado di trasformare la scienza in cura reale.
Diagnosi tempestiva e approccio multidisciplinare sono le condizioni essenziali per offrire ai pazienti dignità, qualità della vita e accesso equo alle terapie su tutto il territorio nazionale.
Più attenzione ai DNF
Accanto della demenza cresce l’attenzione verso i disturbi neurologici funzionali (DNF), un insieme eterogeneo di condizioni che non dipendono da lesioni cerebrali evidenti, ma da alterazioni neurobiologiche del funzionamento del cervello.
Sintomi come tremori, paresi o distonia, pur non avendo una causa strutturale, possono compromettere gravemente la vita dei pazienti.
Numeri che fanno riflettere
Lo studio condotto dal Centro Regionale Specializzato per la Malattia di Parkinson e i Disturbi del Movimento dell’AOUI di Verona stima che, prima della diagnosi corretta, su un singolo paziente possa gravare una spesa totale di oltre 13 mila euro, di cui 9 mila direttamente a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
Da uno studio nazionale, condotto in collaborazione con l’accademia LIMPE-DISMOV, emerge che ben il 75% dei pazienti con disturbi neurologici funzionali riceve una diagnosi errata e mediamente solo dopo tre consulti specialistici si giunge alla valutazione corretta.
Occorre un cambio di paradigma
I neurologi Michele Tinazzi e Giovanni De Fazio hanno spiegato che la diagnosi deve basarsi su segni clinici positivi, coerenti e riproducibili.
Sebbene per la diagnosi dei disturbi neurologici funzionali si disponga di strumenti diagnostici efficaci, spesso questi restano inutilizzati.
Per le crisi epilettiche, invece, le diagnosi sono più diffuse grazie all’uso consolidato dell’EEG.
Il punto di vista della SIN
La SIN sottolinea, inoltre, l’assenza di un inquadramento formale dei disturbi neurologici funzionali all’interno del SSN, mancando linee guida, percorsi codificati e strutture dedicate.
Un esempio virtuoso arriva dal Centro di Verona, unico centro di III livello del Veneto, dotato di un’equipe multidisciplinare completa e di riferimento anche a livello internazionale.
Ispirandosi ai modelli anglosassoni, il Centro promuove un sistema a tre livelli costituito da medici di medicina generale e neurologi generalisti per la diagnosi precoce, team specializzati per la riabilitazione e centri di alta specializzazione per i casi più complessi.
Secondo la SIN, strutturare una rete nazionale così articolata, permetterebbe di anticipare di circa 4 anni la diagnosi, favorendo un risparmio di oltre 5.500 euro a paziente.
Il cambiamento deve partire dai MMG
Il ruolo dei medici di medicina generale in questo quadro è strategico, poiché è da loro che dovrebbero provenire i primi sospetti, avviando le fasi iniziali della diagnosi, evitando inutili esami e orientando il paziente verso centri specializzati.
Progetti di formazione mirati come quello veronese in collaborazione con SIMG e FIMMG, hanno dimostrato la loro efficacia nel migliorare la capacità diagnostica e comunicativa dei medici di medicina generale.
Tra medicina e giustizia sanitaria
Non si tratta solo di medicina, ma di giustizia sanitaria, ha sottolineato Padovani, poiché riconoscere le disfunzioni neurologiche funzionali e strutturali percorsi per le demenze, significa restituire dignità a migliaia di persone, oggi escluse da un sistema che non sa come prendersi cura di loro.
 
            

