Architetture del passato e sanità del futuro

L’edificio ristrutturato sarà sede di Casa di Comunità, Ospedale di Comunità e altre funzioni sanitarie d’ambito locale (credit: Proger, InAr)

La riqualificazione di edifici dismessi per accogliere attività sanitarie d’ambito territoriale, ambulatoriali e degenze low care, è la strada maestra per recuperare strutture esistenti che celano interessanti potenzialità.

Curato dalle società di progettazione Proger e InAR per conto dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), il progetto di riqualificazione dell’ex Ospedale Sanatoriale INPS a Gorizia prevede l’insediamento dei nuovi Ospedale di Comunità, Casa di Comunità, Centrale Operativa Territoriale e altri servizi sanitari d’ambito territoriale, all’interno di spazi progettati ad hoc.

L’arch. Fabio Agnelli è senior project architect di InAR e ha coordinato la progettazione sanitaria: «L’iter progettuale si è svolto in stretta collaborazione con il RUP arch. Mauro Baracetti, le direzioni aziendali e il personale sanitario e tecnico del committente, che aveva già sviluppato le linee guida nel Documento Preliminare alla Progettazione.

Arch. Fabio Agnelli, InAR

Seguendo le indicazioni della locale Soprintendenza abbiamo orientato il progetto alla salvaguardia dell’integrità architettonica del manufatto, con l’obiettivo di mantenere il disegno del 1933 specie sul prospetto principale, non solo dal punto di vista formale ma anche per l’uso dei materiali costruttivi, in modo da restituire alla città un edificio importante per il suo patrimonio storico e culturale.

I sobri stilemi neoclassici dei prospetti, con il caratteristico apparato composto da lesene, banchine e fasce marcapiano in cemento decorativo a imitazione della pietra, saranno dapprima ripuliti e, nei casi di degrado, recuperati utilizzando i medesimi intonaci a base di cemento. Saranno anche mantenute le caratteristiche tapparelle, che regolavano l’illuminazione delle logge e la penetrazione della luce solare nelle camere di degenza.

L’unica novità sostanziale riguarda i serramenti che, in luogo di quelli esistenti in legno, saranno realizzati con profili in alluminio e vetrocamere, più performanti dal punto di vista termico, ovviamente mantenendo il disegno con gli ampi sopraluce che permettevano la ventilazione trasversale».

Valorizzare le preesistenze

Quali sono i tratti distintivi del progetto sanitario?

«Abbiamo condiviso le indicazioni contenute nel progetto di massima messo a punto da ASUGI, operando modifiche principalmente all’assetto dei percorsi. In particolare, abbiamo introdotto delle nuove torri scala/elevatori che contengono i nodi della circolazione verticale, di sicurezza e servizio (percorsi pulito e sporco) più, all’ultimo piano, gli spazi tecnici per le unità di trattamento dell’aria.

Questa soluzione ci ha permesso di evitare la costruzione di volumi aggiuntivi lungo i lati corti dell’edificio, che avrebbero alterato la visione del prospetto principale, e di eliminare la maggior parte dei locali tecnici interni all’edificio esistente, a vantaggio della maggiore compattezza delle funzioni sanitarie.

Veduta aerea del progetto di riqualificazione dell’ex Ospedale Sanatoriale INPS a Gorizia (credit: Proger, InAr)

Nel complesso la progettazione sanitaria non ha comportato particolari complessità. Per quanto risalente a circa un secolo fa, l’edificio era già stato concepito come ospedale, quindi non è stato difficile inserire degenze a bassa intensità di cure e attività ambulatoriali con i relativi servizi. In questi casi la sfida consiste nel compiere scelte progettuali in grado di valorizzare adeguatamente le preesistenze».

Con quali modalità?

«La necessità di effettuare opere di miglioramento antisismico, ad esempio, ha imposto la demolizione delle partizioni murarie esistenti sprovviste di funzione portante. Questo può facilitare il dimensionamento dei nuovi locali secondo gli standard attuali, ma comporta anche un accurato lavoro di ridefinizione delle caratteristiche degli ambienti, per renderli più accoglienti e in linea con le aspettative contemporanee.

Considerando che nell’Ospedale di Comunità la durata delle degenze potrebbe non essere breve, abbiamo previsto l’uso di materiali per pavimentazioni, rivestimenti e finiture che, senza pregiudizio per le caratteristiche igieniche e la durabilità, restituiranno un’immagine percepita domestica e confortevole».

Quali aspetti tecnici hanno distinto l’iter progettuale?

«I professionisti di Proger e InAR hanno condiviso il modello BIM basato sul rilievo dell’edificio, realizzato interamente con laser scanner dallo studio Wescan di Bergamo. Si tratta di una tecnologia che facilita lo sviluppo in parallelo dei differenti apporti specialistici, favorisce il dialogo fra i professionisti e conferisce un maggiore grado di sicurezza e precisione all’intero progetto».

foto bn fb copia

Arch. Fabio Agnelli, InAR

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Veduta aerea del progetto di riqualificazione dell’ex Ospedale Sanatoriale INPS a Gorizia (credit: Proger, InAr)

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L’edificio ristrutturato sarà sede di Casa di Comunità, Ospedale di Comunità e altre funzioni sanitarie d’ambito locale (credit: Proger, InAr)