La terapia tradizionale dell’aritmia ventricolare consiste nell’impianto di un defibrillatore capace d’interrompere l’aritmia con una scarica elettrica.
In alternativa si usa l’ablazione, che consiste nel bruciare la zona critica dell’aritmia con varie tecniche. Non sempre, però, l’ablazione ha successo e in alcuni pazienti l’aritmia si ripresenta.

Di recente le équipe universitarie dell’Ospedale Molinette di Torino di Cardiologia, diretta dal prof. Gaetano Maria De Ferrari, e di Radioterapia, diretta dal prof. Umberto Ricardi, hanno sviluppato un metodo innovativo sperimentato con successo su un paziente di 73 anni con una storia clinica cardiologica complessa.

Grazie alla collaborazione tra il cardiologo prof. Matteo Anselmino e il radioterapista dott. Mario Levis, è stato possibile mettere a punto un percorso terapeutico ad hoc, consistente in un’unica somministrazione di radioterapia.

La dose utilizzata è stata elevata e somministrata in modo preciso e accurato grazie a precedenti dati degli studi elettrofisiologici di ablazione, di particolari TC cardiache e a una complessa serie di simulazioni e calcoli.
Per minimizzare la zona irradiata, la radioterapia è stata eseguita con una tecnologia innovativa che consente di sincronizzare l’erogazione con la respirazione. Dal giorno del trattamento il paziente non ha più avuto tachicardia ventricolare alcuna.

Il prof. De Ferrari ha dichiarato: «siamo molto contenti del risultato ottenuto e della possibilità di offrire, in aggiunta a un ventaglio di opzioni terapeutiche, anche questo approccio innovativo ai pazienti più complessi.
L’Ospedale Molinette è uno dei 4 centri italiani invitati a far parte del consorzio europeo Stopstorm, che metterà a punto gli standard per questa nuova terapia, che conferma la Città della Salute quale centro di riferimento per i pazienti con cardiomiopatie e aritmie maligne».

Stefania Somaré