Secondo l’OMS il 50% dei pazienti con malattia cronica non segue le indicazioni dei medici e non assume i farmaci prescritti. Considerando che molte delle patologie croniche hanno una ricaduta sull’apparato cardiocircolatorio, potremmo dire che molti dei pazienti con rischio cardiocircolatorio o patologia già conclamata non aderisce alle terapie prescritte.
Eppure, le linee guida indicano nell’aderenza terapeutica lo strumento principe per evitare peggioramenti e incorrere in eventi gravi, come ictus, infarto del miocardio, scompenso cardiaco e così via.
Spiega Emanuela Folco, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore: “i farmaci funzionano solo se vengono presi correttamente e seguite con scrupolo le indicazioni condivise con il proprio medico. Essere consapevoli e contribuire attivamente al proprio percorso di cura, assumendo le terapie e seguendo i consigli dei professionisti della salute, significa ridurre drasticamente il rischio di complicazioni e migliorare la propria aspettativa di vita.
L’aderenza terapeutica è una strategia che permette di prevenire e ridurre i principali fattori di rischio cardiovascolare e cardiometabolico. È dimostrato infatti che i pazienti che aderiscono alle terapie cardiovascolari hanno una riduzione del 47% del rischio di mortalità per tutte le cause, ictus e infarto miocardico, rispetto a quei pazienti che invece non lo fanno”. Vediamo ora qual è la situazione italiana rispetto all’aderenza terapeutica.
La situazione italiana
Calcolare il tasso di aderenza terapeutica ai percorsi di cura per patologia cardio-cerebrovascolare è complesso, perché quando si parla di queste patologie occorre includere anche malattie che colpiscono altri apparati ma, indirettamente, incidono anche sulla salute dei vasi sanguigni e/o del cuore. Tra queste, anche il diabete, la displipidemia e la BPCO.
Sappiamo che l’aderenza terapeutica è subottimale per circa l’80% dei pazienti con BPCO e il 70% dei pazienti con diabete, mentre scende al 40% nel caso della displipidemia. Questi numeri sono in parte responsabili dei tanti ricoveri ospedalieri e delle morti che annualmente si registrano per patologia cardiovascolare in Italia, pari a circa 200 mila.
Il ruolo della sensibilizzazione
Visto quanto detto sin qui, aumentare la sensibilità dei cittadini verso l’importanza dell’aderenza terapeutica è quindi di fondamentale importanza, sia per salvare vite, sia per abbattere i costi sanitari associati a queste patologie croniche.
Da qui la campagna di sensibilizzazione che la Fondazione Italiana per il Cuore ha avviato nelle scorse settimane, partendo dalla realizzazione di un documento redatto da 43 membri dell’Alleanza Italiana per le malattie cardio-cerebro-vascolari e coordinato proprio dalla Fondazione, dal titolo Aderenza terapeutica: analisi critica e prospettive per un percorso efficace di cura delle malattie cardio-cerebrovascolari.
“Il documento sottolinea che la scarsa aderenza alle terapie riduca drasticamente l’efficacia dei trattamenti, portando a un aumento della mortalità e delle complicanze legate alle malattie cardiovascolari, oltre che un aumento della spesa sanitaria.
Questa pubblicazione segna un passo avanti nell’elaborazione di strategie concrete per sostenere i pazienti nel loro percorso di cura, favorendo un impegno più consapevole e responsabile da parte di tutti gli attori coinvolti”.
Nel documento si sottolinea non solo l’importanza di assumere i farmaci prescritti, ma anche quella di scegliere azioni concrete per la propria salute, come stili di vita sani e il rispetto delle visite di controllo.