Assistenza transfrontaliera, un decollo difficile

È stata divulgata lo scorso 4 settembre una relazione dalla Commissione Europea dal titolo: “Relazione della Commissione sul funzionamento della direttiva 2011/24/UE concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera”… relazione che illustra lo stato attuale del recepimento della direttiva, che doveva avvenire entro il 25 ottobre 2013, e di alcune disposizioni contenute nella direttiva stessa. Dalla relazione si evince che ci sono ancora alcuni problemi con l’avvio dell’assistenza transfrontaliera programmata, i cui flussi sono molto al di sotto di quelli potenziali nella maggior parte degli stati membri, a eccezione di Francia, Lussemburgo e, in parte, anche Danimarca e Finlandia. Nei 17 stati che sono stati in grado di fornire dei dati, infatti, il numero di richieste pervenute nel 2014 sono state solo 560. Molte le ragioni di questa scarsità di flusso, tra cui anche la scarsa comunicazione alla popolazione. Concentrandoci solo sull’Italia, come esempio, i dati dicono che solo il 9% degli italiani ritiene di essere ben informato in relazione ai propri diritti di rimborso per assistenza all’estero e solo il 3% è a conoscenza dell’esistenza di un Punto di contatto nazionale cui chiedere informazioni. Ma anche spostando lo sguardo sugli stati più “evoluti” dell’Ue, le percentuali sono basse: i picchi spettano a Regno Unito e Svezia, con il 36%. Si avvicinano Irlanda con il 35% e Malta con il 34%. Il testo della relazione è disponibile al link http://ec.europa.eu/health/cross_border_care/docs/2015_operation_report_dir201124eu_it.pdf

Stefania Somaré