“Sostenere l’adozione delle terapie digitali è un’opportunità che porta vantaggi a tutti gli attori del sistema e un traguardo importante per un mercato di ultima generazione, che in Italia non è ancora adeguatamente regolamentato. Accogliamo con entusiasmo i due disegni di legge che disciplinano e definiscono le terapie digitali come dispositivi medici, in quanto è dimostrato che portano benefici anche economici, generando risparmi al SSN e incrementando la produttività del sistema”. Così Guido Beccagutti, direttore generale di Confindustria Dispositivi Medici, intervenuto in audizione alla Commissione Affari sociali della Camera.
Le terapie digitali (DTx) sono una categoria innovativa di dispositivi medici, che includono software o app progettati per trattare o alleviare malattie, disturbi o lesioni, generando e fornendo un trattamento medico che abbia un impatto terapeutico positivo dimostrabile sulla salute del paziente.
“Oggi queste tecnologie sono già usate con successo per diabete, malattie cardiovascolari, broncopneumopatie, patologie neurologiche e neuropsichiatriche, oltre che nei percorsi di riabilitazione”.
Beccagutti ha anche sottolineato alcune priorità fondamentali, prima fra tutte la necessità di garantire criteri uniformi di valutazione sul territorio nazionale e di prevedere l’inserimento delle DTx nei LEA, assicurandone la rimborsabilità SSN. Un altro punto cruciale è il monitoraggio di uso e consumi delle terapie digitali, per assicurare trasparenza e ottimizzare le risorse.
Ma non solo.
“La formazione è un pilastro essenziale per il successo delle DTx e necessita di una governance specifica che potrebbe configurarsi come vera e propria ECM, sotto la supervisione di un garante come Agenas. Tale governance dovrebbe coinvolgere anche imprese, società scientifiche e università”.
Stimolare la crescita delle DTx in Italia, secondo Confindustria Dispositivi Medici, non richiede investimenti milionari ma offre grandi opportunità di sviluppo per le imprese nazionali.
“Oggi molte aziende italiane sono costrette a esportare in Francia e Germania, dove una regolamentazione chiara ha già permesso a questo settore di prosperare”, ha fatto notare Beccagutti. “Regolamentare e sostenere le DTx significa investire nel futuro della nostra sanità e creare un sistema più efficiente, sostenibile e vicino alle esigenze dei pazienti”.