In medicina gli avanzamenti terapeutici necessitano sempre di collaborazione tra enti differenti. In questo contesto è nato l’accordo tra l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e l’Università di Torino, in particolare per l’uso della Cell Factory del suo Centro di Biotecnologie Molecolari (MBC) per la messa a punto di nuove terapie cellulari, ovvero di trattamenti sperimentali innovativi che sfruttano geni, tessuti o cellule per stimolare la capacità intrinseca di un organismo di combattere le malattie.

Spiega il prof. Roberto Orecchia, direttore scientifico dello IEO: «le terapie cellulari rappresentano una frontiera promettente in oncologia e un ambito prioritario per IEO. Richiedono tuttavia non solo capacità di ricerca, ma anche strutture dedicate con personale altamente specializzato, da sottoporre a rigorosi processi di verifica da parte degli enti nazionali. Per questo abbiamo pensato di metterci in rete con laboratori già esistenti e con una solida esperienza.

MBC è risultato il partner ideale perché dispone di una Cell Factory tecnologicamente all’avanguardia, che nel 2017 ha ricevuto l’autorizzazione dell’AIFA e che è circondata da un contesto di ricerca ai massimi standard internazionali. Tutto è pronto per dare il via alla sperimentazione clinica del vaccino contro il linfoma follicolare. Entro fine anno tratteremo i primi pazienti».

Il primo progetto cui si dedicheranno i ricercatori di IEO e MBC è proprio questo: sviluppare un vaccino antitumorale in grado di aggredire i linfomi nei loro stadi iniziali. Si partirà da cellule immunitarie del paziente, le si tratterà presso la Cell Factory per renderle attive e poi le si inietterà nuovamente nel paziente.

Il prof. Corrado Tarella, direttore del Programma Ematologia IEO, spiega: «i vaccini terapeutici sono un tema di ricerca centrale in oncologia.
Negli USA sono stati effettuati numerosi studi clinici sia nei linfomi che in tumori solidi. Il principio d’azione è simile a quello delle vaccinazioni per malattie infettive, come quella anti-Covid: lo scopo è indurre il sistema immunitario ad attivarsi contro un’infezione. Nel nostro caso l’infezione è il tumore. Si sa da tempo che il problema dell’inerzia del nostro sistema immunitario contro il cancro è dovuto al fatto che, per vari motivi, le cellule cancerose non vengono più riconosciute come estranee e dunque pericolose. Per questo si è pensato di renderle più visibili dal sistema immunitario.

In IEO preleviamo le cellule del tumore del paziente insieme alle cellule dendritiche, speciali cellule immunitarie. Nella Cell Factory a Torino i due tipi di cellule vengono cementati l’uno all’altro e le cellule dendritiche attivate vengono purificate, per poi essere re-infuse al paziente in IEO, con una semplice iniezione sottocute e successivi tre richiami. Le cellule dendritiche una volta in circolazione mandano un segnale di attivazione ai linfociti T e B che vengono così attivati e stimolati a distruggere le cellule tumorali».

L’approccio non comporta particolare tossicità per il paziente, tanto che si sta già pensando di estendere la sperimentazione del vaccino ad altre patologie ematologiche e ad alcuni tumori non ematologici.

Stefania Somaré