La principale causa di morte improvvisa giovanile è la cardiomiopatia ipertrofica congenita, una patologia difficile da diagnosticare perché richiede una valutazione multidimensionale che solo alcuni centri specializzati possono effettuare.
Nell’ambito di questa valutazione trova spazio anche la RMN cardiaca, che consente la stadiazione della patologia.
Il valore di questa RMN in un contesto di diagnosi specialistica è stato messo in evidenza da uno studio condotto dalla Fondazione di Ricerca FROM e firmato dagli specialisti dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Questo stesso studio è stato classificato tra le dieci pubblicazioni più scaricate nel 2018 dal sito dell’European Heart Journal – Cardiovascular Imaging, tra le più importanti riviste dedicate alla diagnostica per immagini cardiovascolare.
La diffusione dello studio ne sottolinea non solo l’importanza, ma anche il ruolo nel diffondere conoscenza in questo ambito.
Giovanni Quarta, cardiologo dell’ospedale bergamasco e primo firmatario dello studio, ha sottolineato che «l’obiettivo della risonanza è fornire informazioni sulla morfologia del cuore, sulla sua funzionalità e, aspetto unico, sulle caratteristiche dei tessuti cardiaci. Con questo studio abbiamo voluto fare il punto sullo stato dell’arte della RMN nella diagnosi e nella stadiazione della cardiomiopatia ipertrofica e anche rivedere il contesto clinico in cui il referto si inserisce».
Lo studio è stato condotto su pazienti adulti e pediatrici e ha rivelato che la RMN cardiaca può dare informazioni che hanno un grande potenziale, fino a permettere di stabilire anche l’evolversi della patologia nel singolo paziente nell’ottica di medicina personalizzata.
Stefania Somaré