Chirurgia della cataratta, nuove frontiere

Chirurgia della cataratta, nuove frontiereLa chirurgia della cataratta è l’intervento più eseguito nel mondo: oltre 24 milioni di persone si sono sottoposte alla rimozione del cristallino naturale che si opacizza.
Solo in Italia vengono eseguiti circa 650.000 interventi ogni anno, segno che la procedura chirurgica è consolidata dal punto di vista della sicurezza e dell’efficacia. Se l’attuale procedura standard offre eccellenti risultati di riuscita dell’intervento, la buona notizia è che oggi sono disponibili nuove tecnologie innovative che possono migliorare ancora di più la qualità di vita dei pazienti.

«Fin dagli anni ’80 l’oftalmologia ha gestito in modo straordinario le innovazioni tecnologiche e i progressi scientifici in medicina, trasformando la chirurgia della cataratta da evento traumatizzante dall’alto numero di complicazioni alla chirurgia più praticata nel mondo e capace di far ritornare a vedere bene milioni di persone ogni anno», spiega Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana.

L’innovazione hi-tech che sta rivoluzionando la chirurgia della cataratta riguarda principalmente l’uso di lenti intraoculari di ultima generazione in grado di offrire nuove prospettive di recupero dei difetti refrattivi e l’uso dell’innovativo laser a femtosecondi, che sfrutta una luce infrarossa con impulsi laser di pochi micron e di breve durata, in grado di tagliare i tessuti nel punto desiderato senza bisturi.

Il femtolaser consente accuratezza, precisione e una ripetitività delle fasi chirurgiche non raggiungibile dalla mano umana, inoltre permette di realizzare un’apertura della capsula estremamente centrata e simmetrica, garantendo un posizionamento migliore della nuova lente intraoculare e risultati post intervento più prevedibili.

«L’avvento del laser a femtosecondi ci consente di intervenire chirurgicamente con estrema precisione, sicurezza ed efficacia oltre a consentire un minore trauma dei tessuti oculari, riducendo notevolmente la possibilità di eventuali complicanze.
Si tratta di una tecnica mininvasiva che comporta notevoli vantaggi: riduce al massimo i tempi di intervento e assicura un miglior recupero visivo», dichiara Paolo Vinciguerra, Associate Professor in Opthalmology, Department of Biomedical Sciences – Humanitas University, Director Eye Centre, Director of the Residency Program – Humanitas Research Hospital e Presidente della Associazione Italiana di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva – AICCER.

«Un’altra importante nel campo della chirurgia della cataratta riguarda poi le nuove formule biomediche, ossia sistemi di calcolo impiegati per individuare la lente più adatta alle esigenze del singolo paziente, cosa che in passato non potevamo fare con la stessa precisione e accuratezza. L’obiettivo oggi non è più solo far recuperare ai pazienti la visione da lontano ma, grazie a queste lenti di ultima generazione, di offrire contestualmente alla sostituzione del cristallino, nuove prospettive di recupero dei difetti refrattivi come miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia, riducendo la necessità di portare gli occhiali dopo l’operazione», conclude Vinciguerra.