Come la sanità digitale migliora l’accesso ai servizi nelle aree remote

Quasi il 60% degli operatori sanitari e degli stakeholder dei Paesi dell’Europa centrale, orientale e meridionale, è convinto che le soluzioni offerte dalla sanità digitale potrebbero migliorare l’accesso ai servizi nelle aree più remote e difficili da raggiungere. Secondo gli italiani, questo rappresenta senza dubbio il vantaggio più importante della digitalizzazione della sanità che potrebbe anche contribuire a ridurre le inefficienze dei processi negli ospedali. Sono questi alcuni dati emersi dall’indagine EIT Health InnoStars.

EIT Health InnoStars, una partnership pubblico-privata europea nel campo dell’innovazione sanitaria, ha organizzato una serie di incontri sull’accelerazione dei processi di innovazione e digitalizzazione sanitaria durante e dopo la pandemia Covid-19. I Morning Health Talks – che hanno avuto luogo in 12 Paesi europei dell’Europa centrale, orientale e meridionale – avevano come obiettivo quello di evidenziare le migliori pratiche adottate e le difficoltà comuni riscontrate rispetto alle soluzioni sanitarie digitali.

Durante i Talks – realizzati in collaborazione con Emerging Europe – sono inoltre stati condotti un sondaggio e alcune interviste tra i principali opinion leader delle diverse regioni, per comprendere la loro percezione dell’impatto che il Covid-19 ha avuto sullo sviluppo di soluzioni sanitarie digitali. Le domande hanno anche toccato il tema delle soluzioni che sono state messe a punto nei diversi Paesi.

L’indagine

L’indagine, condotta nel 2021, ha rivelato che quasi il 60% degli intervistati è convinto che le soluzioni offerte dalla sanità digitale abbiano contribuito a facilitare l’accesso ai servizi nelle aree remote e svantaggiate, quelle più difficili da raggiungere.

Un parere questo pienamente condiviso dal campione italiano coinvolto, che ritiene questo essere forse l’elemento più importante della sanità digitale. Dall’indagine è emerso, altresì, come gli intervistati di Ungheria, Lettonia, Lituania e Portogallo abbiano indicato la riduzione delle inefficienze dei processi ospedalieri come il più importante beneficio della digitalizzazione.

Le soluzioni digitali maggiormente implementate

Circa due terzi del campione – pari al 66,3% – ha dichiarato che le soluzioni di sanità digitale implementate nel proprio Paese come conseguenza dell’avvento pandemico hanno riguardato prevalentemente l’assistenza virtuale e la telemedicina; un 47% ha altresì evidenziato che il proprio Paese ha lavorato nella direzione di una digitalizzazione delle cartelle cliniche e della prenotazione degli appuntamenti.

Nel nostro Paese è emerso anche come la pandemia abbia riportato la scienza al centro dell’agenda quotidiana, evidenziando la sua importanza per uscire dall’emergenza ed essere più resilienti. Una conoscenza che porta anche all’implementazione di soluzioni digitali.

Cooperazione per migliorare innovazione e nuove soluzioni per il mercato

Un altro elemento messo in luce dalla pandemia da Covid-19 è stata l’importanza della cooperazione tra imprese, industria, governi ed enti di ricerca per raggiungere nel più breve tempo possibile soluzioni atte a contrastare l’incedere del virus. Anche per quanto riguarda le soluzioni digitali, la cooperazione e il confronto possono rappresentare un asset importante, fornendo benefici nella direzione del benessere dei cittadini.

«EIT Health, attraverso l’organizzazione di dibattiti, indica i nuovi obiettivi della sanità prossima futura. Il nostro obiettivo è quello di indirizzare gli sforzi di innovazione sulla strada giusta che conduca a un florido futuro in cui siano presenti assistenza domiciliare, nuove soluzioni terapeutiche, soluzioni diagnostiche rapide, procedure chirurgiche più accurate, gestione del dolore più efficace, monitoraggio a distanza e medicina personalizzata.

Obiettivi alti che possono essere raggiunti grazie alle nuove tecnologie mediche, come le nanotecnologie, l’intelligenza artificiale, la robotica, la realtà aumentata e la stampa 3D. Nei nostri programmi di creazione di imprese circa i due terzi delle soluzioni innovative sono entrate nel mercato già dal 2018», ha dichiarato Monika Tóth, direttrice del programma EIT Health RIS; programmi questi unici nel loro genere, che mirano a far progredire le prestazioni di innovazione dei Paesi.
Una capacità di innovazione questa che risulta essere più moderata o modesta nell’Europa centrale, orientale e meridionale.

Elena D’Alessandri