Congresso ICEHTMC, ingegneria clinica e IA al centro dei dibattiti

Umberto Nocco e Lorenzo Leogrande con alcuni dei partecipanti italiani al congresso ICEHTMC

L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici è stata tra i protagonisti della quinta edizione dell’International Clinical Engineering & Health Technology Management Congress (ICEHTMC), appena concluso a Visakhapatnam in India. Giunto alla 5 edizione, l’evento è stato organizzato dalla Global Clinical Engineering Alliance (GCEA) in collaborazione con la Clinical Engineering Division dell’IFMBE e il supporto logistico e il contributo ai contenuti del programma dell’Associazione americana di ingegneria clinica.

Durante il congresso il presidente AIIC Umberto Nocco ha presentato davanti a 500 delegati provenienti da tutto il mondo (altrettanti erano connessi online) l’attività svolta da AIIC nei trent’anni dalla sua fondazione nell’ambito di una sessione nella quale varie associazioni nazionali hanno raccontato il loro percorso, i progetti e le attività sviluppate per far crescere la comunità professionale e il livello qualitativo delle tecnologie per la salute.

“Durante il 5° ICEHTMC ci siamo confrontati con esperienze da tutto il mondo per verificare in prima persona che esiste una comunanza di attività e problemi a livello sia associativo globale sia di attività professionale. Quanto sperimentato in India conferma l’ipotesi che la presenza viva all’interno di una comunità mondiale di ingegneri clinici può portare un vantaggio per la nostra Associazione e ci spinge a proseguire sulla strada tracciata attraverso la nostra presenza attiva nella Global Clinical Engineering Alliance e verso la costituzione di un soggetto europeo”.

Durante quattro giornate di confronti e relazioni, il congresso ha messo in comune esperienze diverse grazie alla presentazione di lavori svolti appartenenti a 12 aree tematiche: Pandemic Solutions, Capacity Building, Impact Measurement, Credentialing, Policy & Regulation, Digital Health, Health Technology Management, Health Technology Innovation & Assessment, Home Care Technology, Quality & Risk Management, Women in Clinical Engineering, National CE Societies.

Gli ingegneri clinici italiani hanno mostrato particolare interesse all’opportunità data dal consesso internazionale tanto che l’Italia è il secondo Paese (dopo gli Usa e a pari merito con l’India) per articoli presentati.

“L’obiettivo generale dei lavori”, ha dichiarato Umberto Nocco, “è stato facilitare un dialogo produttivo tra professionisti provenienti da tutto il mondo per condividere esperienze sull’impatto delle tecnologie sanitarie sulla qualità dell’assistenza sanitaria in contesti estremamente diversi. E anche la voce e le esperienze degli italiani sono risultate in tutta franchezza tra le più apprezzate”.

Tra i contributi degli ingegneri clinici italiani presentati nelle sessioni congressuali sono da ricordare quelle di Greta Puleo (Milano) che ha partecipato alla sessione su Health Technology Assessment & Innovation presentando una valutazione HTA sulla mammografia con mezzo di contrasto (CEM) che, oltre a confermare la bontà dell’approccio metodologico dell’HTA ha portato regione Lombardia all’introduzione della prestazione nel tariffario regionale.
I giovani Adriana De Cosmo e Andrea Pezzillo (Milano) hanno partecipato alla sessione Health Technology Management evidenziando, con il proprio paper, come la combinazione di indicatori di performance (Key Performance Indicators – KPI) e strumenti di Business Intelligence possono supportare le Strutture Sanitarie nell’analisi delle apparecchiature elettromedicali, amplificando la consapevolezza del valore gestito e agevolando la comprensione delle criticità operative.
Sono poi intervenuti vari team italiani tra cui quello coordinato da Agostino Accardo (Trieste) che con Francesco Bassi and Milos Ajcevic hanno presentato un lavoro su Definition of a standard approach for the HTA of Home Care Systems. E ancora: un team che comprende specialisti degli Spedali Civili di Brescia e del Dipartimento di Elettronica e bioingegneria del Politecnico di Milano, formato da Matteo Verga, Gian Luca Viganò, Martina Capuzzo, Claudia Duri, Lucia Maria Ignoti che ha presentato un lavoro su Operational research for management of high biomedical technology innovation: from the algorithm to the model.

Anche l’Intelligenza artificiale è stata al centro di alcune presentazioni di esperti italiani: Giulio Iachetti (Roma) ha presentato un lavoro relativo all’applicazione di motori AI based in un reparto di medicina nucleare per realizzare un sistema di dynamic scheduling che considera il tempo come risorsa da ottimizzare; Leonardo Pecchia (docente di Biomedical Engineering presso il Campus Biomedico di Roma) ha presentato un lavoro su Leveraging Robots, AI, and IoT for enhancing Clinical Engineering: The ODIN project, mentre il team coordinato da Stefano Bergamasco (Palmanova), con Luigi Cuorvo, Roberto Belliato, Ilaria Sirotich, Eliana Monaco e Federica Miola ha visto la grande attenzione offerta allo studio Exploring the Use of ChatGPT in the Creation of Technical Documentation for Medical Device Certification, analisi di come l’uso di un modello di intelligenza artificiale può essere messo a disposizione di soggetti certificatori.

Ricordiamo che proprio l’intelligenza artificiale sarà al centro del 3° Meeting nazionale AIIC, che si terrà a Palermo il prossimo 1° dicembre e che vedrà un confronto su questo tema tra l’ingegneria clinica e alcune specialità clinico-scientifiche ed esperti di bioetica, di governo dei dati e della giurisprudenza di settore.