Dispositivi wearable e trattamento dati

I dati biometrici e sanitari sono dati particolarmente delicati.
La portata dei rischi a ciò connessa non è ancora pienamente compresa, mentre occorrerebbe la diffusione di una cultura in materia: ne è convinto Alberto Zannol, ceo di Mobisec, azienda trevigiana che si occupa di portare le metodologie classiche di cyber security in ambito mobile.

«È un mercato con resistenze all’ingresso», commenta Zannol, «sulle quali bisogna agire in tempi rapidi perché nei prossimi anni i dispositivi indossabili nel medicale saranno il vero game changer della vita quotidiana, dalla promozione di uno stile di vita migliore all’automedicazione, al supporto alla pratica medica a distanza.

Il wearable avrà una diffusione dirompente nel breve-medio periodo; quando però si tratta dello stato di salute del singolo i danni in caso di breach possono essere molto seri.

Per proteggere il dato sanitario e limitare i danni bisogna rivedere il modello di security e protection, salvaguardando ogni fase del ciclo di vita del dato e sensibilizzando alla loro pertinenza di protezione tutti i player coinvolti nella filiera del dato sanitario.

L’utente deve maturare una maggior consapevolezza del mezzo e deve considerare il device mobile come uno strumento; la PA deve garantire la modalità di formulazione della normativa (raccomandazioni e obblighi), promulgata da un organo di governo, regolatorio e in quanto tale interessato all’indicazione di principio e di tutela; il mercato e i solution provider, infine, devono aumentare la cultura e la specificità del mondo mobile».