Sono stati avviati in Italia i primi impianti dell’innovativo neurostimolatore Inceptiv™ Closed-Loop di Medtronic, destinati a pazienti con dolore cronico benigno. A eseguire le procedure le équipe della UOC di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, diretta da Pasquale De Negri, e della UOC Terapia del Dolore dell’Azienda Ospedaliera dei Colli-Monaldi di Napoli, diretta da Alfonso Papa.
Si tratta di un vero e proprio pacemaker del dolore che viene impiantato nel corso di un intervento in anestesia locale, con una lieve sedazione e sotto guida radiologica, per posizionare correttamente gli elettrocateteri nello spazio epidurale.
La novità sta nell’algoritmo a “circuito chiuso” che rileva cinquanta volte al secondo come il corpo risponde alla stimolazione elettrica misurando l’attivazione dei neuroni all’interno del midollo spinale. I pazienti possono così beneficiare, in tempo reale, della terapia personalizzata, automatica e modulata sui loro movimenti e attività, interrompendo i segnali di dolore tra il midollo spinale e il cervello.
Oltre al nuovo algoritmo Closed-Loop, il dispositivo offre vantaggi come la durata di quindici anni della batteria ricaricabile, la minore invasività (grazie alle dimensioni ridotte: 6 mm) e la compatibilità senza limitazioni con gli esami di RM sia a 1,5 Tesla sia a 3 Tesla in tutti i distretti del corpo.
“Medtronic ha aperto la strada alla stimolazione del midollo spinale per la gestione del dolore più di cinquant’anni fa”, afferma Domenico De Paolis, vice president international Neuromodulation di Medtronic, “in occasione della presentazione della tecnologia a oltre sessanta medici italiani.
Da allora abbiamo continuato a fornire innovazioni che aumentano le opzioni per i medici e personalizzano la cura per i pazienti, migliorando il sollievo dal dolore.
La tecnologia di Inceptiv™ Closed-Loop introduce la capacità di ascoltare i segnali biologici unici di ciascuna persona, permettendoci raggiungere ancora una volta il traguardo che ci prefissiamo: engineering the extraordinary”.