Efficienza energetica e fonti rinnovabili: che cosa fanno le strutture sanitarie?

Inquinamento, cambiamento climatico, effetto serra, fonti rinnovabili sono temi fondamentali dell’agenda politica globale.
La posta in gioco è alta, si tratta di preservare il pianeta, obiettivo perseguibile solo con un impegno costante e un richiamo alla responsabilità individuale e collettiva.

Le cittĂ  hanno un ruolo cruciale: è così che Roma Capitale, con la Delibera di Assemblea Capitolina 789/2017, ha aderito al Patto dei Sindaci per il clima e l’energia assumendo l’impegno di ridurre le emissioni di gas climalteranti della cittĂ  di almeno il 40% entro il 2030.
Meno gas nocivi per l’aria di Roma e utilizzo di energie rinnovabili sono anche obiettivi del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (Paesc) che la Capitale dovrĂ  presentare entro novembre 2019.

All’interno di questo quadro di riferimento, un’attenzione particolare va alle strutture sanitarie, strutture complesse e spesso molto estese che ogni giorno ospitano migliaia di persone, con conseguenti elevati consumi energetici.
L’ottimizzazione dei consumi energetici di ospedali e altre strutture sanitarie sul territorio appare dunque uno step imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi sottoscritti.

Per riflettere sullo stato dell’arte, confrontarsi sulle esperienze premianti e i risultati sinora raggiunti, ma anche per analizzare il potenziale delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica – finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e all’individuazione di azioni concrete da realizzare sul territorio – il 5 dicembre è stato promosso un convegno dal titolo “Efficienza energetica e fonti rinnovabili nelle strutture sanitarie di Roma”, promosso dai Servizi Energetici della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs con il patrocinio di Roma Capitale e il supporto di Enea e GSE (Gestore Servizi Energetici), ospitato proprio nella hall del Policlinico Gemelli.

La Fondazione Policlinico Agostino Gemelli e l’UniversitĂ  Cattolica sono infatti da anni impegnate a controllare e contenere le emissioni climalteranti che derivano in maggioranza dagli impianti che forniscono energia elettrica e dagli impianti di riscaldamento e refrigeramento indispensabili al corretto funzionamento delle strutture.

«Parallelamente al processo europeo per la riduzione dei gas a effetto serra, iniziato con l’approvazione del protocollo di Kyoto siglato nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005 e con la progressiva riduzione negli anni delle emissioni di CO2 da parte di ogni stato membro, dal 2003 il Policlinico Gemelli ha messo in atto alcuni importanti progetti e investimenti per la realizzazione di un articolato sistema di generazione delle energie primarie, nonchĂ© la successiva distribuzione, trasformazione e utilizzo, unitamente alla realizzazione di un’importante rete di comunicazione impiantistica in grado di gestire e monitorare oltre 60.000 impianti. Questo evento nasce proprio dall’esigenza di informare tutte le realtĂ  esistenti nella nostra cittĂ  del know-how assimilato in questi anni di esperienza che ha permesso a una struttura come la nostra un’importante riduzione delle emissioni climalteranti», ha dichiarato l’ingegner Carlo Pesaro, responsabile Servizi Energetici della Fondazione Policlinico Gemelli e promotore del convegno.

Il Gemelli rappresenta oggi un esempio virtuoso di smart city. Grazie alle performance raggiunte, nel 2015 ha ottenuto la certificazione ISO 50001 (che viene rinnovata periodicamente) per un efficace sistema di gestione di energia e conseguente controllo e riduzione delle proprie emissioni climalteranti.

Il Policlinico Gemelli è solo una delle tante realtĂ  sul territorio capitolino che stanno compiendo questo processo che porterĂ  risultati soddisfacenti soltanto «se la cittĂ  saprĂ  svolgere un ruolo centrale in termini di pianificazione strategica e sinergica da accompagnare a una capacitĂ  propositiva concreta articolata in tre punti essenziali: fare costanti diagnosi energetiche, individuare tutti gli elementi di potenziale ottimizzazione, introdurre laddove possibile, le fonti rinnovabili cui associare un “cruscotto di monitoraggio” che consenta un miglioramento delle prestazioni», ha commentato Giuseppina Montanari, assessore alla SostenibilitĂ  Ambientale di Roma Capitale.

E sono proprio la diagnosi energetica e il controllo costante dei consumi gli elementi cruciali secondo la maggior parte dei relatori che si sono confrontati sul tema, portando ciascuno la propria esperienza: dal piano di efficientamento della CittĂ  del Vaticano a quello del Policlinico Umberto I, dal Campus Biomedico allo Spallanzani e all’Ospedale San Raffaele di Milano, passando per il Progetto Energia messo in campo dal Ministero della Difesa, realtĂ  tra loro molto diverse per struttura edilizia e impiantistica.

Al convegno hanno preso parte anche il Gestore dei Servizi Energetici (che ha siglato un protocollo d’intesa con Roma Capitale), societĂ  pubblica che accompagna i percorsi di efficienza tramite fonti rinnovabili ed efficienza energetica ed ENEA, che ha istituito e gestisce una banca dati d’imprese soggette a diagnosi energetica e analizza quindi la conformitĂ  delle stesse.

Questa occasione d’incontro, moderata da Antonio Lumicisi, coordinatore Paesc di Roma Capitale, ha mostrato come l’applicazione di moderne e innovative tecnologie, unita a una costante manutenzione, rappresenti la chiave di volta per raggiungere obiettivi ambiziosi anche nel settore sanitario.

Elena D’Alessandri