Si stima che circa il 24% della popolazione italiana soffra di emicrania, definita dall’OMS come una delle patologie più invalidanti e la terza al mondo per frequenza, con prevalenza femminile di 3:1 rispetto agli uomini.
Nonostante il suo potenziale invalidante, per decenni non ci sono stati avanzamenti nei trattamenti, come spiegato dal direttore della S.C. di Neurologia dell’Ospedale di Gallarate e Busto Arsizio (VA), dott. Isidoro La Spina: «anni fa l’introduzione dei triptani, per la terapia dell’emicrania, è stata seguita da una lunga fase priva di sostanziali novità terapeutiche».
Più di recente le cose hanno iniziato a cambiare, e «negli ultimi anni l’impiego degli anticorpi monoclonali con gli antagonisti del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP) ha condotto a rilevanti risultati nel trattamento dell’emicrania a fronte di un numero trascurabile di effetti collaterali».
L’Ospedale di Gallarate e Busto Arsizio è Centro Regionale di secondo livello per la Diagnosi e Cura delle Cefalee e ha in carico circa 400 pazienti, per lo più interessate da emicrania e cefalea tensiva. Il Centro è particolarmente esperto nel trattare cefalee a grappolo, emicrania mestruale e cefalee ormonali, auree emicraniche e cefalee croniche. Qui sono attivi anche percorsi dedicati all’Emicrania nella Donna (Centro Fondazione ONDA), e si utilizzano gli anticorpi monoclonali.
«La nostra casistica di pazienti in terapia con anticorpi monoclonali è una delle più numerose, non solo in ambito regionale, ma di tutto il nord Italia, e le modalità di presa in carico sono quelle ambulatoriali di vario livello SSN», tiene a precisare il dottor Andrea Mancioli, responsabile del Centro Cefalee. Si parla di anticorpi monoclonali contro il recettore del CGRP (enerumab) o del suo ligando (galcanezumab, fremanezumab ed eptinezumab), ma il futuro potrebbe riservare alcune sorprese, come per esempio la somministrazione trimestrale endovenosa degli anticorpi monoclonali (eptinezumab).
Il dott. Giacomo Querzola racconta: «il nostro Centro si è posto in prima linea non solo nelle terapie preventive e nelle valutazioni diagnostiche differenziali per quanto riguarda i pazienti che soffrono di emicrania, ma anche nelle più moderne terapie al bisogno. Infatti, la recente uscita sul mercato farmaceutico italiano di nuove terapie per la fase acuta ha ampliato e migliorato la scelta dei trattamenti di cui il paziente si può avvalere quando compare l’attacco di mal di testa.
In particolare, i ditani, antagonisti selettivi del recettore serotoninergico 5HT-1F come lasmiditan, e i gepanti, antagonisti del CGRP come rimegepant e ubrogepant, ampliano la scelta terapeutica in acuto per quei pazienti che hanno scarsa tolleranza o scarso beneficio da altre terapie in acuto come i FANS, il paracetamolo o i triptani».
Questi farmaci di nuova generazione possono essere assunti anche da pazienti ipertesi, o con alcune patologie cario-cerebro-vascolari che non permettono di assumere i farmaci più tradizionali.
Conclude la dott.ssa Elisabetta Dalla Valle: «attualmente vi è una maggiore presa di coscienza riguardo alla importanza dei risvolti sociali ed economici, a partire dalle Istituzioni che hanno identificato l’emicrania cronica come patologia che possa comportare invalidità, se correttamente diagnosticata da un professionista specializzato, attribuendo dunque i diritti conseguenti al paziente che ne è affetto».
Anche per questo, è aperta la collaborazione con Fondazione ONDA, per aumentare la sensibilità della popolazione rispetto a questa problematica.