Lo scorso 1 dicembre è stato presentato un position paper sul corretto uso dell’endoscopia capsulare nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
Redatto da 9 esperti selezionati dalle maggori società scientifiche gastroenterologhe italiane, il documento ha tenuto conto di diversi scenari clinici e identificato i problemi che vi vengono riscontrati con maggiore frequenza, individuando possibili risposte strategiche. Una di queste è l’uso della capsula endoscopica per individuare patologie a carico del piccolo intestino.
Il professor Carlo Calabrese, del reparto Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna, ha spiegato: «È stato ampiamente dimostrato come la CE sia la metodica più sensibile nello studio della mucosa del piccolo intestino. Sarebbe interessante considerare che i pazienti con malattia di Crohn dovrebbero eseguire precocemente una CE per avere un’accurata stadiazione della malattia. Infatti, la CE potrebbe aiutare a valutare l’entità dell’estensione e la gravità della malattia, per considerare la perfetta gestione terapeutica.
Tuttavia, sono necessari ulteriori studi prospettici, che rafforzino l’importante ruolo della CE nella gestione e nella prognosi dei pazienti con malattia di Crohn del piccolo intestino. A oggi, però, al paziente affetto da malattia infiammatoria cronica intestinale, viene offerta un’assistenza non uniforme sul territorio nazionale e ciò può comportare disorientamento tra i pazienti stessi e nei confronti dei nuovi approcci gestionali di diagnosi, trattamento e di monitoraggio delle malattie stesse.
A questi problemi di carattere economico/organizzativo il recente accordo tra Governo, Regioni e Provincie autonome sul Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) nelle malattie infiammatorie croniche intestinali e i nuovi livelli essenziali di assistenza potrebbero dare una concreta».
Stefania Somaré