Europa medica unita. Un sogno che diventa realtà

Una corretta comunicazione per i cittadini
Grazie alle tecnologie informatiche, «oggi i cittadini sono sempre informati in tempo reale su quanto accade loro intorno», afferma Del Favero, che indica però l’esistenza di un punto chiave nella comunicazione. «Il problema semmai è far capire quali saranno i reali vantaggi per i pazienti. Questa direttiva significa “empowerment”, scelta consapevole tra molteplici servizi di assistenza sanitaria, accesso a maggiori informazioni e riconoscimento delle prescrizioni su scala transfrontaliera facilitato». Tutti aspetti che dovrebbero essere approfonditi e spiegati accuratamente agli interessati. «In questa direzione andrà l’attività del Punto di Contatto Nazionale, istituito presso il Ministero della Salute», conclude Del Favero. Parlando di comunicazione ai cittadini, diventa altrettanto importante parlare di trasparenza sui sistemi di valutazione di qualità ed efficacia delle performance, aspetto che ha un ruolo prioritario, dal momento che il cittadino deve poter scegliere con consapevolezza. «Il servizio sanitario italiano», riprende Del Favero, «nonostante i conti in difficoltà, cercherà di promuovere le sue strutture migliori. Per intercettare la domanda da altri Paesi europei, sono stati previsti dei contact point regionali. Ma gli sviluppi potenziali della mobilità sanitaria internazionale non sono ancora prevedibili. A oggi l’Italia è in saldo negativo per 25 milioni di euro, perché i connazionali che vanno all’estero sono più numerosi degli stranieri che scelgono il nostro Ssn. Qualcosa però sta cambiando: il Nhs (il servizio sanitario inglese), per esempio, ha già contattato il San Camillo-Forlanini di Roma per informazioni sull’invio di pazienti in alcuni reparti di eccellenza come la chirurgia toracica e la neurochirurgia».