Evento Nisan: il clinical costing incontra le società scientifiche

Si è svolto giovedì 22 maggio presso il Palazzo della Cultura, sede del gruppo editoriale Tecniche Nuove, il convegno del Network Italiano Sanitario N.I.San. dal titolo “Clinical costing: strumenti economico-amministrativi per le società scientifiche”.

Proprio di esponenti delle sigle di rappresentanza di più discipline della scienza medica è stato composto in prevalenza il pubblico dell’evento, che è stato anche occasione per anticipare l’imminente passaggio di consegne alla presidenza N.I.San. fra Adriano Lagostena e il suo successore designato Adriano Marcolongo.

L’obiettivo della giornata era presentare alle società scientifiche le attività svolte dal N.I.San. nell’ambito dei costi standard, ossia: determinazione dei costi per episodio di ricovero, per procedura chirurgica e sistema di benchmark, grazie alla metodologia abbracciata oggi da 44 ospedali italiani e forte di un database di 12 milioni di ricoveri (SDO).
In un contesto in cui la sostenibilità delle risorse sanitarie è prioritaria, il clinical costing si conferma, infatti, uno strumento strategico per supportare la programmazione, migliorare l’efficienza clinico-organizzativa e favorire un dialogo efficace tra società scientifiche, istituzioni e stakeholder del sistema sanitario.

Un proficuo incontro tra competenze

Come ha ricordato una delle storiche anime del Network, Alberto Pasdera, il clinical costing è «un treno», ma del convoglio «il ricovero non è che uno dei molti vagoni» e per mettere a punto una verifica dettagliata e completa di costi e benefici in sanità è necessario prendere in considerazione una serie di voci che alla degenza sono estranee. Basti pensare all’onerosità economica delle chemioterapie o di tanti trattamenti farmacologici che vengono erogati in contesti e regimi diversi. La visione è per tradizione a 360 gradi e Pasdera ha sottolineato che adottare il sistema del clinical costing significa tout court provvedere a un’analisi organizzativa degli ospedali nella loro interezza, non già di una sola specialità.

Il rischio è, altrimenti, di non riuscire a cogliere appieno l’intreccio delle interazioni esistenti fra settori, caratteristica del mondo della sanità.

L’aspirazione del N.I.San. è, infatti, superare qualunque logica dei silos o dei compartimenti stagni per giungere a un’integrazione e a un connubio fruttuoso di competenze varie.

L’importanza della multidisciplinarità

Alla necessità di una visione multidisciplinare si è richiamato in sede di dibattito il presidente dell’Associazione Italiana degli Ingegneri Clinici Umberto Nocco, secondo il quale tante delle sfaccettature del metodo sono sì conosciute ma non del tutto recepite. L’acquisizione delle tecnologie dovrebbe essere, per esempio, inquadrata nell’ottica dei vantaggi economici e di salute che essa può assicurare sul lungo periodo e il tema dovrebbe interessare anche gli ingegneri.

A questi si richiederebbe, perciò, di andare oltre una vision che dei dispositivi considera soprattutto l’eccellenza in termini di performance. Che un allargamento di orizzonti e prospettive sia improcrastinabile lo dicono i robot.

Quelli, beninteso, sempre più utilizzati e utili altrove – in questo gli Stati Uniti insegnano, secondo al delegato della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche per la Sardegna Giovanni Fantola – in chirurgia bariatrica. Certo, gli investimenti che inizialmente impongono sono notevoli; non meno significativi, però, i plus che comportano, riducendo i margini d’errore e così i tempi di degenza e, contestualmente, accrescendo il livello e la qualità delle prestazioni e la precisione delle operazioni.

Appropriatezza, elemento chiave

Il messaggio con cui il N.I.San. ha in più occasioni invitato clinici e management a trasformare il dato in informazione preziosa è stato colto dalla Società Italiana di Cardiologia presente con Piergiuseppe Agostoni, d’accordo sul fatto che il tema non è spendere meno, bensì spendere in modo appropriato. A maggior ragione oggi, quando è inevitabile il processo di erosione delle risorse economiche in corso.

A nome della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici si è espressa Emanuela Omodeo Salé, certa che le farmacie ospedaliere siano «fucine di dati» preziosi e che la partnership con N.I.San. vada coltivata e potenziata: il suo metodo può essere trasferito alle strutture sanitarie e garantire loro ritorni economici importanti in una fase in cui, per quanto le disponibilità economiche siano giocoforza modeste, ben più ampie sono le potenzialità della tecnologia e della farmacologia.

Una realistica e circostanziata summa di quanto dibattuto e della sua preziosità è stata offerta dal presidente della Società Italiana di Neurologia Alessandro Padovani, al quale il meeting «ha aperto scenari inediti», nella consapevolezza che talvolta i percorsi di formazione manchino di quelle basi conoscitive e gestionali che il Network Italiano Sanitario vuole assicurare.

Perché l’obiettivo possa essere colto il concorso delle società scientifiche è pressoché indispensabile, per fissare dei benchmark e delle pietre di paragone fra strutture omologhe o della stessa branca o per dare input alle dirigenze nel tentativo di sollecitarne il quasi obbligato mutamento di traiettoria.

Paolo Tranquilli Leali, intervenuto per la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, ha sottolineato la necessità di sensibilizzare le Direzioni Generali sull’importanza di adottare un sistema di misurazione dei costi in ambito ospedaliero che sia solido e con una metodologia verificata e utilizzata da anni in Italia, suggerendo anche il coinvolgimento delle associazioni di pazienti, che svolgono un ruolo importante.

Le società scientifiche intervenute

La giornata – che è stata realizzata con il contributo non condizionante di Gilead, Amarin, Ibsa, Diasorin, Viatris e Astellas – ha creato un momento di confronto importante proprio grazie all’intervento di numerose società scientifiche, che hanno voluto partecipare con loro esponenti per approfondire il tema del clinical costing e che si è conclusa con l’impegno ad attivare le prime collaborazioni che porteranno presto all’applicazione di questa metodica nelle singole aree specialistiche. In particolare hanno portato il loro contributo:

  • Piergiuseppe Agostoni – Società Italiana di Cardiologia
  • Rodolfo Conenna – Associazione Ospedali Pediatrici Italiani
  • Giovanni Fantola – Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche
  • Monica Giordano – Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri
  • Massimo Girardis e Alberto Noto della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva
  • Emanuela Omodeo Salé e Giusy Lucente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici
  • Umberto Nocco dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici
  • Alessandro Padovani della Società Italiana di Neurologia
  • Francesco Squizzato della Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare
  • Paolo Tranquilli Leali della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia
  • Antonella Valerio della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti
  • Gianandrea Baldazzi dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani.

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