È in calendario a Roma fra l’11 e il 13 maggio la quinta edizione del congresso dell’Associazione dei Riabilitatori dell’insufficienza respiratoria (ArIR) fondata nel 1989 senza finalità di lucro su iniziativa di un gruppo di fisioterapisti già impegnati a vario titolo nella formazione e divulgazione. Titolo e leitmotiv dell’appuntamento – la cui agenda è consultabile sul sito associativo ufficiale – è “Valorizzare l’alleanza tra professionisti sanitari nel rispondere ai nuovi bisogni della comunità” e per affrontarlo sono previste ben trenta sessioni in due aree espositive per circa 400 posti in totale.
Un arsenale di tecnologie nelle mani dei professionisti
Del significato che l’evento ha per la comunità scientifica e per ArIR stessa e delle aspettative che in esso entrambe ripongono Tecnica Ospedaliera ha discusso in un’intervista con il presidente, dott. Andrea Lanza, fisioterapista attivo a Milano.
«Il meeting», ha esordito Lanza, «vuole offrire una panoramica dello stato dell’arte della fisioterapia cardiorespiratoria in Italia e all’estero e non a caso dei settanta relatori attesi, tra fisioterapisti, medici e altri professionisti, circa venti proviene da oltreconfine. Parliamo di patologie pneumologiche e cardiologiche della popolazione adulta o in età pediatrica e dei relativi approcci fisioterapeutici alla luce del progresso delle tecnologie e della loro maggior accessibilità».
L’esempio è in questo senso dato da strumenti come l’ecografia che sempre più spesso rientrano oggi nel bagaglio del fisioterapista come risorse per valutare l’efficacia dei trattamenti e dei percorsi di cura.
Altri ancora sono i mezzi a disposizione delle manovre e strategie di disostruzione e ventilazione non invasiva, di ossigenoterapia e ri-allenamento allo sforzo, in vista di un traguardo ambizioso e importante. «Possiamo contare attualmente», ha osservato Andrea Lanza, «su un autentico e ricco arsenale di tecnologie che consentono di personalizzare le terapie a seconda delle esigenze del singolo paziente incrementando in tal modo le chance di successo di ogni intervento».
Cambiano i metodi, aumenta l’efficacia
Promosso prepotentemente dal Covid-19 ma già oggetto di dibattito e attenzione anche negli anni precedenti è il tema della telemedicina, a sua volta ben presente nel programma della tre-giorni congressuale.
«La teleriabilitazione», ha proseguito il numero uno di ArIR, «è ora una realtà fatta di piani di riallenamento allo sforzo e disostruzione bronchiale a distanza agevolati da apparecchiature che il paziente può utilizzare anche in piena autonomia e i cui dati vengono poi letti e interpretati opportunamente dai professionisti.
E si pensi altresì al monitoraggio remoto dei soggetti sottoposti a ventilazione, i cui esiti possono essere controllati, appunto, a distanza.
Non va dimenticato sotto questo aspetto il sempre più forte accento posto sulla privacy e l’ottimizzazione della sicurezza informatica dei dati».
Va tenuto naturalmente in considerazione alla luce della costante evoluzione delle tecnologie anche un adeguamento delle competenze da parte dei fisioterapisti e d’altra parte sin dai suoi primi passi ArIR spinge e si spende per la loro formazione e la preparazione alle novità proposte dal mercato.
«Per analizzare correttamente i dati», ha riflettuto Lanza, «sono necessarie conoscenze mirate: in assenza di un contatto diretto con il malato aumentano, in caso di errore nella verifica delle informazioni, i rischi che un trattamento possa fallire.
Siamo dinanzi a un processo di cambiamento che prevede una differente programmazione e riprogrammazione delle valutazioni, non più basate su consuetudini e protocolli bensì mirate specificamente alle esigenze e caratteristiche dei singoli».
Visione multidisciplinare
È difficile identificare nel contesto di una proposta tanto articolata le tematiche che rispetto ad altre potrebbero rivestire e attrarre un superiore interesse rispetto ad altre.
Senz’altro meritano particolare attenzione secondo l’intervistato le letture magistrali sui passi avanti delle tecniche di allenamento della muscolatura respiratoria, caratterizzati di recente da uno sviluppo notevole.
Nondimeno, «una linea di discussione rilevante» è stata identificata con l’area della fisioterapia respiratoria nelle cure palliative, intese tuttavia non soltanto come cure di fine vita.
«Preme infine mettere in evidenza», ha osservato il presidente di ArIR Andrea Lanza, «quello che è non a caso il filo conduttore dell’appuntamento e cioè l’alleanza fra le figure di diverse specialità e discipline.
Fisioterapisti, tecnici, logopedisti, infermieri e medici sono tutti chiamati a collaborare e fare squadra anche in vista di un ulteriore arricchimento delle loro conoscenze, portando un modello virtuoso di multidisciplinarità».
Nel nostro Paese, trovano terreno fertile. «L’Italia è un modello», ha concluso Lanza, «pure in virtù della presenza di un master in fisioterapia cardiorespiratoria e dunque di un titolo accademico che in altri Stati non esiste.
Altro tratto distintivo è l’attività di un’associazione scientifica di riferimento, quasi un unicum poiché altrove sono all’opera gruppi di specialisti che si muovono però all’interno e sotto l’egida di altre sigle. Fra i nostri obiettivi c’è la creazione di un network europeo focalizzato sulla crescita delle skills e la loro omogeneizzazione su scala internazionale.
Forse la Penisola è partita in ritardo a paragone di altri, ma è in recupero e ottimamente strutturata».