Glaucoma: nuove tecnologie per studiarne l’evoluzione

La prima causa di cecità irreversibile al mondo è il glaucoma, che determina una neuropatia al nervo ottico che nel tempo porta appunto alla cecità.

Data la sua forte correlazione all’età, ci si aspetta che questa patologia porti un aumento del numero di ciechi nel mondo, contribuendo a minare la sostenibilità dei sistemi sanitari.
D’altra parte, la patologia progredisce lentamente, quindi è difficile individuare gruppi di pazienti sui quali condurre ricerche cliniche e di sviluppo di terapie.

La tecnologia può intervenire nel rendere sempre più precise le misurazioni della capacità visiva dei pazienti, così da individuare ogni minima variazione.

Tra le nuove tecnologie in questo settore ce n’è una basata sull’active learning che migliora la valutazione della sensibilità al contrasto e dell’acuità visiva tramite tre punti sinergici: l’uso di display digitali, un nuovo modello quantitativo bayesiano per la funzione visiva e l’intelligenza artificiale che rende il test paziente-specifico (Traber G, L, della Volpe-Waizel M, Maloca P, Schmidt-Erfurth U, Rubin G, Roska B, Cordeiro M, F, Otto T, Weleber R, Lesmes L, A, Arleo A, Scholl H, P, N: New Technologies for Outcome Measures in Glaucoma: Review by the European Vision Institute Special Interest Focus Group. Ophthalmic Res 2020).

In questo modo il paziente riceve il test più adeguato alla propria condizione.
Inoltre, la capacità di risoluzione di un display digitale permette di aumentare la risoluzione del contrasto.

Un concetto altrettanto interessante è quello di modellazione e analisi del campo visivo (Visual Field Modeling and Analysis – VFMA), attraverso il quale si può visualizzare su una superficie 3D sensibile ai colori l’indice HOV, che dà indicazioni rispetto alla sensibilità della retina alla luce totale presente in un ambiente.

Rispetto ad altri strumenti già in uso, VFMA è più resistente a cambiamenti nella griglia di analisi ed è più flessibile.
Inoltre, riesce a catturare tutta la sensibilità del campo in un unico endpoint.

Al momento questo strumento è stato usato solo in studi sulla retinopatia, ma è utile anche nello studio del glaucoma.

Stefania Somaré