Greenwater, ecosostenibilità dall’imaging

Greenwater è il nome del progetto sviluppato dal Servizio di Radiologia e Diagnostica per Immagini dell’Irccs Policlinico San Donato, che ha come core la “riduzione dei residui di mezzo di contrasto nelle acque reflue ospedaliere”. Gadolinio e iodio hanno, infatti, un forte impatto sull’ecosistema, a danno soprattutto degli organismi marini.
I dati preliminari dello studio, che supporta una sanità sempre più green, sono stati presentati all’edizione 2023 dello European Congress of Radiology – “The Cycle of Life”.

Lo studio

Al momento conta oltre 250 partecipanti; sono i primi pazienti che afferiscono al Servizio di Diagnostica per Immagini della struttura che hanno aderito al progetto. Alta la partecipazione che ha già raccolto il 95% di assensi.
Siamo solo all’inizio, il progetto prevede infatti di arruolare 800 pazienti ambulatoriali in un anno cui è chiesto di collaborare alla misurazione delle quantità di iodio e gadolinio presenti nelle acque reflue ospedaliere, fornendo un campione delle proprie urine dopo essersi sottoposti a una TAC o RM con mezzo di contrasto.

Le sostanze in esso contenute, gadolinio e iodio, sono elementi chimici espulsi con le urine nelle ore successive alla somministrazione endovenosa: finiti nelle acque reflue causano danni potenzialmente gravi agli organismi viventi, come nel caso di plancton e alghe esposti al gadolinio.
Il controllo e/o il monitoraggio della presenza di queste sostanze nelle acque reflue non è possibile: gli attuali impianti di trattamento di questi “scarti” non prevedono nessuna azione specifica su questi e/o altri composti tossici.

«L’alta partecipazione al progetto», ha dichiarato il dott. Moreno Zanardo, tecnico di radiologia e coordinatore dell’arruolamento, «è un segnale di uno straordinario grado di sensibilità delle persone alle tematiche ambientali, anche quando si richiede un impegno in prima persona», tutto sommato contenuto.

Aspetti organizzativi

Ai pazienti del Policlinico San Donato, sottoposti a test diagnostici che prevedono l’utilizzo del mezzo di contrasto (TAC e RM), viene chiesto di rimanere in ospedale per circa 30-40 minuti, raccogliere un campione di urine in appositi contenitori e consegnarlo alla struttura che procede all’esecuzione di specifiche analisi chimiche.

Queste saranno utili per stabilire quantità e concentrazione di iodio e di gadolinio presente nei fluidi e, quindi, stimare la possibilità di recupero di gadolinio, iodio e/o altro, rispetto alle dosi iniettate.
Al momento la raccolta viene effettuata mediante gli appositi contenitori, ma il progetto prevede, in futuro, di rendere la raccolta sistematica installando dispositivi permanenti nei servizi igienici dedicati ai pazienti.

Obiettivo del progetto

La ricerca, supportata dal contributo di Bracco Imaging, è mossa dall’intento di sviluppare una clinica ecosostenibile, “green”, nello specifico mettendo a punto opportunità di smaltimento di iodio e gadolinio in grado di salvaguardare l’ecosistema acquatico delle città, con il fine ultimo di poter riciclare in futuro questi minerali a favore del benessere nostro e del pianeta.

«In un contesto socioeconomico nel quale la protezione dell’ambiente è posta in primo piano», ha commentato il prof. Francesco Sardanelli, responsabile del Servizio di Diagnostica per Immagini presso l’Irccs Policlinico San Donato, nonché principale sperimentatore dello studio, «è necessario affrontare questo tema con un’azione proattiva che parta dai nostri ospedali.
Il progetto Greenwater è il primo passo per una sanità sostenibile che promuova concretamente un modello di economia circolare».

I report dello studio saranno presentati anche al Meeting della International Society of Magnetic Resonance in Medicine (Toronto, 1-8 giugno 2023).