HTA tra sostenibilità e corretta gestione

La valutazione delle tecnologie da acquistare nelle realtà sanitarie, l’HTA «è stato un tema chiave nel convegno AIIC 2022 per due ragioni. La prima, riguarda la nostra competenza e professione (ci occupiamo di HTA ogni giorno); la seconda è legata al momento istituzionale importante che stiamo vivendo», sono le parole di Lorenzo Leogrande, presidente del XXII convegno nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici, svoltosi a Riccione.

Si tratta di un vero rilancio dell’importanza dell’HTA nel sistema sanitario italiano, quello operato nell’evento AIIC, che sottolinea temi noti e stimola nuovi scenari.

Lorenzo Leogrande

«Attraverso la legge delega 53/2021 si sta recependo la normativa nazionale per i due regolamenti 745/2017 e 746/2017 che riguardano i dispositivi medici e i dispositivi in vitro. In questa norma ci sarà anche una parte relativa al rafforzamento dell’HTA soprattutto in relazione al procurement.
Per questo abbiamo voluto affrontare il tema in un confronto diretto con le Centrali di committenza, che si occupano quotidianamente del processo d’acquisto».

Oggi il legame tra HTA e procurement è sostanzialmente assente perché «le centrali di committenza raccolgono i fabbisogni delle aziende sanitarie, aggregano la domanda e, nelle gare sull’innovazione, adottano meccanismi di affidamento diretto.
Noi auspichiamo invece la diffusione di una cultura di HTA che si applichi a prescindere da quelle che sono le metodologie e gli obblighi di natura normativa.
Poi dobbiamo lavorare per fare in modo che i processi di acquisto tengano conto, laddove possibile, delle valutazioni effettuate. È chiaro che questa connessione si deve creare sulla base di un linguaggio comune».

Dal 2017, con l’implementazione della cabina di regia per l’HTA che ha delineato in maniera chiara e puntuale il processo per l’acquisto di nuove tecnologie, il modello ha avuto difficoltà nell’essere tradotto in pratica. È mancata di fatto la funzionalità di un modello razionale e strutturato, sancito da un’intesa Stato-Regioni, di una cabina di regia (costituita da Ministero della Salute, Agenas, Aifa e rappresentanti di Regioni) per la produzione di HTA.

«Nonostante lo stop degli anni di pandemia, le regioni hanno usato degli elementi del processo e per questo è stato istituito un gruppo di lavoro che ha la missione di provare a efficientare questa relazione», ha sottolineato Americo Cicchetti, direttore Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari. Una relazione che comunque è da stabilizzare, aggiornare e rilanciare.

Come hanno sottolineato gli esperti coinvolti nel dibattito all’interno dell’evento AIIC, oggi è necessario aggiornare l’Intesa Stato-Regioni del 2017 che ha definito il programma nazionale di HTA e prevedere poi un aggiornamento periodico per renderlo autorevole e rappresentativo per tutti i soggetti coinvolti.

Servono, inoltre, «risorse e assunzione di responsabilità tra gli elementi mancanti in questo scenario in movimento uno riguarda sicuramente le risorse, perché si è sempre pensato di sviluppare l’HTA senza investimenti e questo evidentemente rende lento se non immobile l’intero sistema».

In conclusione, Lorenzo Leogrande ha sottolineato che AIIC non solo «osserva dal di dentro l’intero sistema HTA, ma intende esserne un motore propulsivo.
Proprio noi, come professionisti e insieme ad altri professionisti, ne conosciamo alla perfezione i vantaggi e le attuali criticità e ci faremo protagonisti di proposte e suggerimenti ai decisori nazionali e regionali, affinché non si perda l’occasione offerta dal PNRR e dalle recenti normative affinché l’HTA possa trovare una via italiana alla valutazione delle tecnologie sanitarie che sappia offrire autentico valore, garantendo sostenibilità e corretta gestione».