L’emicrania è un disturbo molto diffuso negli italiani: stime alla mano, colpisce circa un persona su quattro (24%). È anche la seconda più disabilitante, infatti 4 milioni di italiani hanno registrato almeno 5 episodi di emicrania al mese, senza citare quelli che, purtroppo, sono alle prese ogni giorno con il mal di testa.
Tuttavia, pur essendo la terza patologia in Italia, l’emicrania non è riconosciuta per mancanza di numeri. Da qui, l’idea di produrre i big data sul paziente emicranico.
Nasce così il Registro Italiano dell’Emicrania I-GRAINE che ha un preciso obiettivo. Quello, cioè, di dare informazioni il più precise possibili sui pazienti e su quali e quante cure facciano e accertamenti svolgano. Il tutto per valutare legittimità ed efficacia. Non trascurabile è anche analizzare l’impatto della malattia sull’uso di risorse sanitarie, in termini di visite, esami e accessi al pronto soccorso, con un occhio particolare all’impatto sul Servizio Sanitario Nazionale. Il Registro Italiano dell’Emicrania I-GRAINE è un progetto promosso dall’IRCCS San Raffaele ed è stato presentato, il 23 febbraio, in Senato.
Come spiega il prof. Piero Barbanti, responsabile scientifico del Centro Cefalee e Dolore Neuropatico dell’IRCCS San Raffaele «L’emicrania è la seconda malattia più disabilitante del genere umano, ma rimane un personaggio in cerca di autore, del quale non sono noti a tutti le dimensioni, la disabilità, i drammi e le cure. I dati sino ad ora raccolti dallo studio identificano anche strategie di azione per rendere curabile e sostenibile questa malattia neurologica. Saremo finalmente in grado di dare numeri al fenomeno emicrania, di “contarli per poter contare”, conferendo una sorta di passaporto biologico al paziente malato per migliorare la sua vita e ridurre gli sprechi di risorse».
Viviana Persiani