Le infezioni correlate all’assistenza – ICA, rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria: solo in Europa causano ogni anno 4,5 milioni di infezioni, 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza e 37 mila decessi (direttamente attribuibili), cui si aggiungono ulteriori 110 mila decessi per i quali le ICA rappresentano una concausa.

In questo scenario, l’Italia è maglia nera nel Vecchio Continente, con oltre 10 mila decessi annui. Appare, quindi, evidente la necessità e l’urgenza di mettere in campo ogni mezzo per ridurre le ICA e il loro devastante impatto sociale, sanitario ed economico.

L’OdG presentato

Proprio in questa direzione è andato l’Ordine del giorno sul tema presentato dal vicepresidente della Commissione Affari Sociali, onorevole Luciano Ciocchetti, approvato a Montecitorio ad aprile, di cui si è discusso in occasione della conferenza stampa ospitata alla Camera dei Deputati lo scorso giugno dal titolo “I dispositivi di protezione per l’operatore sanitario nelle aree critiche: nuove tecnologie”, che ha visto l’intervento, oltre che del promotore, di Alberto Firenze, presidente HCRM – Hospital & Clinical Risk Managers – e Docente all’Università di Palermo e di Roberto Lombardi, docente del Dipartimento Igiene del Lavoro Ispesl e Dipartimento per le Innovazioni Tecnologiche dell’Inail.

I punti chiave

Alla luce dei dati sopra evidenziati, l’OdG impegna il governo a valutare l’opportunità di:

  • promuovere, di concerto con le unità sanitarie locali e di concerto con il Ministero della Salute, una campagna informativa sulle migliori tecniche e buone pratiche relative all’impiego – almeno nelle aree critiche – di casacche e pantaloni qualificati quali dispositivi di protezione individuale, incentivando l’uso di dispositivi in grado di garantire maggiore sicurezza;
  • attivarsi con ogni mezzo per promuovere le verifiche di conformità sulle misure di sicurezza attuate, sia a livello privato sia pubblico per combattere le ICA, assicurandosi che siano le migliori reperibili sul mercato;
  • rendere effettivo e più stringente l’obbligo di legge circa l’utilizzo del miglior prodotto di protezione disponibile sul mercato;
  • incentivare nelle strutture pubbliche, anche attraverso una valorizzazione ad hoc nei capitolati di appalto, l’uso di casacche e pantaloni qualificati quali DPI almeno per gli operatori di area critica per garantire tutela sia agli stessi che ai pazienti;
  • promuovere, sia nel pubblico sia nel privato, con riguardo alle divise, i prodotti in grado di assicurare i migliori standard di sicurezza e protezione;
  • promuovere formazione sul corretto utilizzo dei DPI.

Ridurre le ICA anche grazie a innovativi strumenti

Nel corso della conferenza stampa è stata da tutti riconosciuta l’importanza di ridurre le infezioni correlate all’assistenza, anche grazie all’adozione di strumenti innovativi promossi sul mercato da aziende italiane.

«È fondamentale ridurre le infezioni ospedaliere, le cosiddette ICA. Noi oggi abbiamo un serio problema come sistema Paese, con una presenza più alta rispetto ad altre nazioni europee di infezioni ospedaliere. Abbiamo anche un problema legato alla carenza di nuovi antibiotici che possano contrastare le infezioni antimicrobico-resistenti. Dobbiamo, quindi, fare un lavoro di prevenzione legato anche all’utilizzo di dispositivi sanitari. Ho già presentato e fatto approvare come Ordine del Giorno alla Camera dei Deputati, con parere favorevole del Governo, un documento che impegna l’esecutivo a stabilire delle linee guida sul materiale e su tutti i dispositivi sanitari di protezione utilizzati dal personale sanitario» ha sostenuto l’onorevole Ciocchetti.

Potenziare la sicurezza dei pazienti e degli operatori

Nel 2019, l’OMS ha lanciato la Giornata per il Lavaggio delle Mani, evidenziando quanto le ICA rappresentino, tuttora, una vera e propria emergenza sanitaria.

L’esperienza pandemica ha insegnato molto in tal senso, sottolineando l’importanza della multidisciplinarietà «e del coinvolgimento di un sistema che parta dal Governo per poi coinvolgere le Regioni, le aziende del servizio sanitario nazionale, a determinare momenti premianti, anche con la condivisione nell’ambito degli obiettivi assegnati ai singoli direttori per far sì che le buone pratiche e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali siano parte integrante di un sistema di cambiamento, che abbia nella sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari l’obiettivo centrale» ha sottolineato Firenze.

Ridurre le ICA in un Paese come il nostro che conta ogni anno 10 mila decessi direttamente imputabili a infezioni contratte in luoghi di cura – e in buona parte prevenibili – è prioritario. In tal senso, l’adozione di soluzioni innovative, come casacche e pantaloni riconosciute come DPI, in particolare per gli operatori sanitari di area critica, è fondamentale in quanto si tratta di dispositivi che garantiscono tutela sia agli operatori sia ai pazienti grazie alle eccellenti attività di carattere antibatterico e antivirale.

Si tratta di dispositivi che «vanno adottati, lo prevede la legislazione. Adesso sta all’attuazione da parte delle Regioni e degli organismi preposti raggiungere i risultati auspicati» ha affermato Roberto Lombardi.

Plauso per l’impegno espresso dal Governo

Fabio Lencioni e Carlo Tagliabue, rispettivamente presidente e CEO di LCM Trading Spa, distributori esclusivi per l’Italia delle innovative divise ospedaliere messe a punto da Erreà, hanno affidato a una nota la loro soddisfazione, non potendo essere presenti per l’occasione, sottolineando in particolare: «Siamo contenti di sapere che anche il Governo oggi si è impegnato su questo tema, da parte nostra ci impegneremo come azienda a continuare e a perseguire un obiettivo che, oltre a essere di natura commerciale, ha una grande valenza sotto il profilo socio-sanitario».