Ictus in gravidanza, aumentano i casi

Nei nove mesi di gestazione non sono rare le complicanze, come per esempio il diabete e l’ipertensione gestazionale. Complice forse l’avanzare dell’età media delle future mamme, alcuni problemi di salute che una volta erano meno frequenti oggi si manifestano più spesso.

Tra questi anche l’ictus ischemico, che negli ultimi dieci anni ha visto la propria incidenza aumentare del 56% (dati dell’American Heart Association). Certo, i casi sono ancora pochi, ma gli esiti ai quali conduce sono decisamente dannosi tanto per la madre quanto per il nascituro.

L’Azienda Ospedaliera e l’Università di Perugia hanno avviato uno studio basandosi sui dati di letteratura per valutare l’impatto di questa complicanza, che sembra presentarsi in 12.2 donne su 100.000, in prevalenza nel terzo trimestre (>50%).
È stata osservata una forte associazione con patologie quali ipertensione, gestosi o eclampsia: si deve pensare che nel terzo trimestre la gittata cardiaca di una donna può aumentare anche del 60% e ciò, in un sistema già sotto stress, può determinare appunto la rottura di vasi a livello del cervello.
In particolare, la gestosi e l’eclampsia aumentano il rischio di ictus del 24,7%, rischio che resta elevato fino a 12 mesi dopo il parto.
Altri momenti chiave sono il puerperio (8%) e il travaglio (2%).

Valeria Caso

La professoressa Valeria Caso, neurologa presso la Stroke Unit dell’Ospedale Misericordia di Perugia e past president della European Stroke Organisation (ESO), conferma: «nel periodo di gestazione, il corpo delle donne subisce cambiamenti profondi a livello sia ormonale sia fisiologico. Questi episodi si verificano generalmente in soggetti che presentano specifici fattori di rischio che possono essere accentuati dalla gravidanza e che a maggior ragione vanno tenuti sotto controllo.

È anche vero, comunque, che esistono problemi specifici legati proprio alla gestazione che possono aumentare il rischio di ictus come la preeclampsia, spesso asintomatica, che si verifica nel 2-8% delle gravidanze, e l’eclampsia, la complicanza più grave della gestosi caratterizzata da convulsioni, confusione mentale, deficit visivi e che porta potenzialmente a coma e morte della gestante».

Quanto un ictus ischemico si presenta l’intervento farmacologico è necessario, ma in caso di gravidanza occorre tenere conto degli effetti tossici sul feto.
L’ideale sarebbe riuscire a prevenire gli eventi sia con il monitoraggio delle donne a rischio sia con una sensibilizzazione delle stesse, che devono tenere sotto controllo l’aumento ponderale in gravidanza, smettere di fumare, svolgere regolare attività fisica.

Stefania Somaré