La Corte di Cassazione penale, con la sentenza n. 11793/2013, ha chiarito che «risponde di concussione il medico che, abusando della reputazione e dell’incondizionata stima di cui lo stesso gode all’interno di una struttura ospedaliera, richiede denaro in cambio della promessa di operare i pazienti personalmente. Tale condotta assume una forza d’intimidazione notevole specie se si considera la posizione subalterna dei pazienti, esposti per le gravi condizioni di salute a un rischioso intervento».